Chailly con l’«Adagetto» apre le feste per Puccini

Il 16 ottobre a Lucca al via le celebrazioni per i centocinquant’anni dalla nascita

Alberto Cantù

da Milano

Nel 2006, duecentocinquantenario della nascita di Mozart, il rischio da overdose di musica mozartiana è una quasi certezza come capitò per il bicentenario del ’91. Meno pericoloso si profila, nel 2008, il centocinquantenario dalla nascita di Puccini, il quale, a differenza di Volfango, non compose sei-settecento lavori ma solo dodici opere di cui nove capolavori - caso unico nel teatro musicale del ’900, - un quasi capolavoro (La rondine) e due lavori giovanili interessanti (Le Villi, Edgar) se Toscanini ai solenni funerali di Puccini in Duomo, nel ’24, diresse l’Overture, il Requiem Ateternam e Addio mio dolce amor dal terzo atto di Edgar. Al 2008 fatidico provvederà il Comitato nazionale celebrazioni pucciniane che, nato nell’aprile del 2004 con l’aiuto della British American Tobacco (Puccini fumatore irriducibile), l’apporto scientifico del Centro studi Giacomo Puccini di Lucca, il Festival estivo di Torre del lago e la neonata Fondazione Simonetta Puccini: la nipote del Sor Giacomo, presidente dell’Istituto di studi pucciniani di Milano.
Un ponte fra Milano e Lucca, città dei Puccini, musicisti per generazioni, è stato gettato nella conferenza stampa di ieri al Piermarini, presente il quartier generale della Scala con Lissner che, nel ribadire la «volontà scaligera di coltivare relazioni con le maggiori istituzioni artistiche italiane», ha anticipato una Butterfly diretta da Chung la prossima stagione e ancora Puccini con Riccardo Chailly fra due anni. Il quale Chailly, intanto, alla testa della Filarmonica e del coro della Scala, dirigerà il 16 ottobre nella lucchese Basilica di San Frediano un concerto dal titolo «La conquista di uno stile». Ovvero il Puccini di un Adagetto degli anni di studi milanesi - è una prima mondiale -, del raro e giovanile (1876) Preludio a orchestra, finalmente in edizione critica, del Preludio sinfonico un cui tema sarà l’incipit in Bohème e di pagine da Le Villi e Edgar (le stesse musiche scelte da Toscanini) nonchè dal primo capolavoro e unicum (1893) Manon Lescaut. Partecipa il soprano Cristina Gallardo Domas.


Se il sindaco Albertini definisce Puccini «cittadino adottivo di Milano» e ritiene la prima Butterfly, quella delll’insuccesso scaligero, «grezza» (gli ricordiamo quel detto meneghino: pasticciere fa il tuo mestiere), Bruno Ermolli, presidente del Comitato, illustra i progetti in corso - una fiction o un film, la digitalizzazione delle musiche di Puccini, attività museale - e Chailly, magistralmente, rammenta come Puccini sia per lui, dalla gioventù, «un autore per la vita secondo affinità imprevedibili quanto salde; autore che, come Mahler, ha una reale centralità nel Novecento».

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