Che cos'è il "Reverse Field Pinch", che torce il plasma al contrario per ottenere la fusione

"Praticamente una strizione a campo rovescio"

Che cos'è il "Reverse Field Pinch", che torce il plasma al contrario per ottenere la fusione

«Praticamente una strizione a campo rovescio»: Simone Peruzzo, l'ingegnere a capo del progetto RFX-mod2 te la spiega così, davanti a un tabellone che mostra come sarà la nuova ciambella in cui nascerà il sole. È insomma una tecnologia avanzata che dovrebbe semplificare il meccanismo che accenderà ITER, il Tokamak, cambiando la prospettiva da cui accendere la scintilla: «È il plasma stesso che produce il campo magnetico, torcendosi appunto».

La ciambella intanto è tutta a pezzi. Ce n'è un esemplare intero all'ingresso del Consorzio (nella foto) che è praticamente l'antenato di quello che ora verrà rimesso insieme: «Nel primo modello l'esterno era in rame, adesso la camera a vuoto ha un involucro in acciaio. Ci sono i buchi per applicare 192 bobine che controllano attivamente il campo, e dicevano che non ce l'avremmo fatta. Invece ciascuna di loro ha un alimentatore che controlla il campo magnetico». La domanda che poi sorge spontanea riguarda la forma di quelle camere dove nascerà la fusione, e l'ingegnere spiega che sono studi sulle scariche di gassificazione che arrivano dalla notte dei tempi: «All'inizio si facevano in percorsi lineari, poi si è capito che passare all'anello è come avere un neon. Ed è la conformazione migliore per avere il plasma nei contenitori con le minori perdite possibili».

Il resto è puro ingegno umano, arrivare cioè a una soluzione - quella del Reverse Field Pinch - ancora da testare ma che porta notevoli vantaggi. È tutto scritto sul tabellone messo a fianco dei pezzi dello strumento magico, ed in pratica «il sistema russo richiede riscaldamenti addizionali, perché non riesce sennò a raggiungere caratteristiche densità semplicemente con la corrente. Così si aggiungono grandi antenne per riscaldare le particelle come fossero in un microonde. Nell'RFP la differenza è che da studi teorici fisici è previsto che si possano raggiungere le caratteristiche per la fusione con una configurazione dei campi magnetici più bassi. A quel punto il plasma si contorce e crea una forma elicoidale che fa aumentare appunto il campo magnetico all'interno e lo diminuisce all'esterno, tanto da diventare di segno opposto. Ecco allora il Reverse Field Pinch: si crea una conformazione turbolenta che in linea teorica consentirebbe di raggiungere la fusione del gas senza doverlo riscaldare. Ma questo lo dice il Professor Martin, che è un scienziato: io sono solo un ingegnere». E lo afferma, ridendo, con il prof accanto.

Si riparte, insomma: nel 2018, grazie a un finanziamento della Regione Veneto dedicato allo sviluppo tecnologico delle aziende, sono cominciate le modifiche.

Poi il Covid ha messo un freno, ma il momento è arrivato: «Agli studenti che vengono qui - chiude Peruzzo - spiego che il montaggio non è come un cambio gomme della Ferrari: ci metteremo qualche mese. Ma la pazienza permetterà di raggiungere il risultato. E se pensate in fondo che ITER nasce dalla stretta di mano tra Reagan e Gorbaciov...».

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