La Chikungunya torna a preoccupare. Altri quattro casi sono stati accertati nel territorio della Asl Roma 2 e già notificati al sistema di sorveglianza. I quattro nuovi casi si aggiungono a quelli registrati ad Anzio. Tanto che la Regione Lazio ha convocato per domani "una riunione con il Comune di Roma, Dipartimento Tutela Ambiente, per sollecitare l'avvio di una campagna straordinaria di disinfestazione dalle zanzare sul territorio comunale". Per due volte la Asl ha già indicato al Campidoglio di procedere a una disinfestazione extra ma senza ottenere nulla.
"Le segnalazioni di Chikungunya - dichiarano i professori Massimo Andreoni e Massimo Galli, esperti di malattie infettive e membri della Società Italiana malattie infettive e tropicali - non destano particolare meraviglia". Nello scorso mese d'agosto sono stati segnalati nel sud della Francia sei casi analoghi in persone viventi nei dintorni di Cannet-des-Maures, nel dipartimento del Var. L'Italia ha già sperimentato dieci anni fa un'epidemia che ha coinvolto, tra luglio e settembre del 2007, un totale di 205 persone residenti a Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna. Nel 2014 in Europa sono stati segnalati 1.461 casi (816 confermati) 39 dei quali osservati in Italia. Con l'eccezione di undici casi autoctoni, tutti riportati in Francia, le persone colpite avevano contratto l'infezione durante viaggi al di fuori dell'Europa. I casi "importati", se il vettore (una zanzara) è disponibile nell'area e le condizioni climatiche sono favorevoli, possono essere causa di diffusione nei residenti, come dimostrato nel caso dell'epidemia del 2007 in Italia. "La malattia è generalmente benigna e guarisce spontaneamente - affermano ancora Galli e Andreoni - è però caratterizzata da una febbre che nei primi giorni può essere molto alta e da dolori articolari anche intensi che possono permanere per settimane".
La trasmissione all'uomo avviene attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Aedes. In Italia la specie implicata è Aedes albopictus, la ben nota zanzara tigre, probabilmente importata accidentalmente verso la fine del secolo scorso. Le prime segnalazioni sulla presenza di Aedes albopictus in Italia risalgono al 1990, ma nel 2006 la zanzara tigre era già presente in quasi tutto il territorio nazionale, con maggiore intensità in pianura, nelle aree costiere ed in zone con vegetazione abbondante. Una mutazione, avvenuta probabilmente all'inizio di questo secolo, ha consentito al virus di adattarsi alla zanzara tigre, che ne è diventata un importante vettore, rendendo la malattia potenzialmente diffusibile nel nostro paese e in altre aree dell'Europa mediterranea.
"La malattia è generalmente benigna e guarisce spontaneamente - ribadiscono Galli e Andreoni - È però caratterizzata da una febbre che nei primi giorni può essere molto alta e da dolori articolari anche intensi che possono permanere per settimane". La parola 'chikungunyà infatti significa in lingua makonde "contorcersi", a testimonianza dei dolori in ossa e muscoli causati dalla malattia. I sintomi, che comprendono anche cefalea, nausea, astenia e rash cutaneo, sono presenti in oltre il 75% delle persone infettate e esordiscono con la febbre 3-7 giorni dopo la puntura della zanzara.
Il virus è presente in circolo per circa 5 giorni dopo l'inizio dei sintomi e in questo periodo può essere "prelevato" da una zanzara di una specie suscettibile che punga il malato, e da questa trasferito a chi viene punto successivamente. Allo stato attuale non sono disponibili ne farmaci specifici, ne un vaccino. Casi gravi o mortali sono eccezionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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