Cholla, il cavallo che dipinge meglio di un artista del pennello

Baio americano di vent'anni si aggiudica il concorso di pittura organizzato da una galleria veneta. Il suo stile ricorda il tratto neoplasticista dell'artista olandese Piet Mondrian

Cholla, il cavallo che dipinge 
meglio di un artista del pennello

I seguaci dell’arte neoplasticista di Piet Mondrian hanno uno zoccolo duro: esattamente quello di Cholla, professione cavallo. Con l’hobby, però, della pittura. Una passione per tele e pennelli che ha fatto imbizzarrire di rabbia i suoi colleghi umani, battuti clamorosamente da questo baio americano di vent’anni. Cholla, nella sua ultima performance, è andato a briglia sciolte riuscendo a far nitrire i colori di un’energia così forte da aver meritato la «menzione d’onore» al Premio Internazionale Arte Laguna. Altro che Biennale di Venezia.

La notizia del successo di Cholla era ieri in bella mostra (e si sa quanto le mostre siano importanti per il lancio di nuovi talenti ndr) sulla prima pagina della Tribuna di Treviso, assai sensibile all’argomento. A impressionare favorevolmente la qualificata giuria, è stato l’acquarello «The Big Red Buck» dalla chiara «ispirazione mondriana», come si legge nel documento ufficiale della premiazione.

L’opera - firmata dall’animale, ma dal sapore niente affatto bestiale - è stata eseguita dal maestro Cholla con una tecnica, almeno per lui, piuttosto naturale: tenendo cioè il pennello tra le labbra, una sorta di action painting eseguita dal quadrupede con abilità ben superiore a quella di certi bipedi, che invece il pennello lo tengono tra le dita.

Non ci credete? Potrete verificarlo di persona al Centro d'Arte Brolo di Mogliano Veneto, dove i suoi capolavori verranno esposti dal 18 ottobre al 2 novembre; in occasione del vernissage Cholla sarà presente, offrendo biada e zuccherini a tutti i gentili visitatori.
«Varie gallerie stanno facendo a gara per avere i suoi lavori in esposizione», sottolineano con legittimo orgoglio gli organizzatori del concorso. E guai a chi si permette di fare ironia riguardo all’ideale corona di alloro posta sulla criniera del cavallo superstar: «Il regolamento parla chiaro. Il premio è aperto a ogni artista, senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione». Ecco, circa l’«altra qualificazione» di Cholla, non ci sono davvero dubbi; ai pittori in carne ed ossa (ma privi di coda e garretti) non resta che mordere il freno.

Ma la commissione esaminatrice cosa ha trovato di tanto esaltante nel quadro di Cholla? «Lo abbiamo preferito per la natura provocatoria del gesto, che può essere considerato un'evoluzione interessante ed ironica del mito dell'arte astratta ed informale nei suoi fondamenti teorici e nelle sue derivazioni formali». Complimenti. Soprattutto per la chiarezza. Ma la giuria lo sapeva o no che l’astrattista in questione era di razza equina? I pareri, sul punto, divergono. Sta di fatto che ad incassare i 4.

500 euro di premio finale sarà il legittimo proprietario del cavallo, il signor Renee Chambers, che qualcuno sospetta abbia furbescamente «avviato» Cholla sulla strada dell’arte.
L’imperatore Caligola, con il suo saggio cavallo Incitato, fece molto di più. Ma questa è un’altra storia. Da affrontare in Senato.

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