I furbetti della scuola compravano frigoriferi col bonus insegnanti

Tagli in arrivo alla Carta dei docenti sulla formazione dopo la scoperta di truffe

I furbetti della scuola compravano frigoriferi col bonus insegnanti
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State bonus, se potete. Tra gli insegnanti c'è fermento per il probabilissimo taglio della Carta docenti da 500 euro (cumulabili a mille) a una cifra compresa tra 400 e 425 euro, visto che l'importo - di solito disponibile a settembre - non è ancora stato elargito. L'annuncio ufficiale arriverà oggi dopo una riunione con i sindacati al ministero.

La misura prevista dal governo di Matteo Renzi nel 2015 per formare gli insegnanti in questi anni si è trasformata in un suk: troppe le truffe rispetto a un ventaglio di acquisti neanche troppo limitato (hardware, software, libri, biglietti di teatro e cinema, corsi di formazione), tanti gli insegnanti che, da Nord a Sud, attraverso alcune alchimie contabili e rivenditori spregiudicati, hanno acquistato elettrodomestici, lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, proiettori, cellulari, stampanti, fotocamere o scanner, incorrendo in una serie di reati, su tutti «l'indebita percezione di erogazioni pubbliche» recentemente contestato ad alcuni insegnanti del Cosentino su cui la Cassazione si è espressa, stigmatizzando «la dispersione del denaro pubblico», con altri docenti costretti a risarcire per tre volte il bonus mal speso.

Di quanti soldi pubblici parliamo? Cifre alla mano, siamo a oltre 3,437 miliardi di euro elargiti in nove anni, dal 2016 a oggi. La riduzione da 500 a (pare) 415 euro, già ventilata con il governo di Mario Draghi e finanche l'anno scorso, appare inevitabile visto che è aumentata la platea dei beneficiari della carta: grazie a una norma del decreto 69/2023, la card era stata riconosciuta ai supplenti fino al 31 agosto. Una serie di altre sentenze ha esteso il beneficio anche ai precari con contratto per almeno 180 giorni o fino al 30 giugno (c'è chi si è visto recapitare 3mila euro, 500 più 2.500 per cinque anni di arretrati), per cui sarebbero serviti 30 milioni per quest'anno e altri 61 per il 2025. In cassa di soldini ce ne sono pochi, ma c'è di più: per colpa di qualche insegnante furbetto, c'è il rischio che questo bonus sia destinato a sparire oppure ad essere trasformato. Troppi i casi di acquisti impropri, troppi i verbali della Guardia di Finanza e della Consap a fotografare una situazione spiacevole, da Venezia a Firenze, da Macerata all'Alto Lazio.

D'altronde, basta guardare le percentuali di acquisti destinati realmente alla formazione. Per Enti e corsi accreditati è stato speso, in nove anni, appena il 3,08% dei quasi 3,5 miliardi. Solo lo 0,3% è stato utilizzato in corsi di formazione coerenti con il Piano per la formazione dei docenti, appena lo 0,44% è stato investito per corsi di formazione finalizzati alla laurea, l'1,60% per i corsi post laurea e i master, per le certificazioni appena lo 0,11%. Pochissimi gli insegnanti che hanno pagato con la Carta docenti mostre (0,86%), musei e teatri (1,48%) e cinema (0,5%), anche perché in molti casi l'ingresso è gratuito. A seguire libri e testi (23,84%)e la spesa in hardware (67,76%).

Ma quale hardware? Come è stato possibile acquistare elettrodomestici se la legge lo escludeva? In teoria si acquistava un bene regolarmente previsto, lo si restituiva qualche giorno dopo lamentando un malfunzionamento e il negoziante era «costretto» ad emettere un buono di pari valore non vincolante, che veniva destinato per acquistare costosi elettrodomestici. A volte - lo dicono alcune sentenze - gli esercenti erano complici del giochino, tanto che in questi anni alcuni commercianti sono stati condannati a pagare sanzioni per decine di migliaia di euro.

Colpa anche del potere di controllo nullo della Consap, la società in house partecipata al 100% dal Mef nata nel 1993 da una costola dell'ex Ina, cui è destinata la fatturazione elettronica che trasforma i 500 euro della Carta docenti nel voucher per l'esercente, senza

rilevanza ai fini fiscali. Il riscontro Consap è puramente formale, a volte era difficile associare il documento fiscale prodotto al bene acquistato, complicando le indagini. Il suk della Carta docenti chiuderà per sempre?

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