«Ci sono bimbi islamici»: scuola vietata al vescovo

Monsignor Mattiazzo: «Sono amareggiato». L’Udc: dirigente da rimuovere

Marino Smiderle

da Padova

Nel «Padovastan» si ostinano a intitolare le scuole a San Domenico Savio. Già questo, evidentemente, è ritenuto una manifestazione di intolleranza religiosa nei confronti dei pochi alunni musulmani. E così il vescovo Antonio Mattiazzo, che voleva inaugurare la nuova struttura scolastica alla presenza dei bambini, si è visto sventolare un cartellino rosso che, rivisto alla moviola della burocrazia e della politica, ha scatenato un uragano di comprensibili polemiche.
Siamo a Terraglione, frazione di Vigodarzere, paesone alle porte di Padova. Il sindaco Franco Frazzarin, della Margherita, è contento di poter mettere a disposizione della comunità la nuova scuola, tirata a lucido a pochi metri dallo stabile utilizzato finora per ospitare gli alunni delle elementari, e pensa di fare cosa gradita ad invitare il vescovo di Padova, all’inaugurazione dell’istituto, approfittando del fatto che il presule è in visita pastorale da quelle parti. La cerimonia avrebbe dovuto svolgersi domani e i bambini erano già pronti e preparati per l’evento.
Ma il direttore didattico della scuola, Vincenzo Amato, ha interpretato la cerimonia come un gesto che potrebbe suonare d’offesa e di mancanza di rispetto nei confronti di chi, pur frequentando una scuola che si chiama San Domenico Savio, figura non citata dal Corano, professa una diversa fede religiosa, quella islamica. Questa, in prima istanza, la motivazione, seguita da un’osservazione di carattere organizzativo: non ci sarebbe il tempo di proporre attività scolastiche alternative ai bambini che desiderassero rimanere in aula.
Monsignor Mattiazzo, nel corso dell’omelia tenuta durante la messa celebrata a Vigodarzere, ha espresso tutta la sua delusione: «Sono amareggiato per non poter visitare la scuola assieme ai ragazzi. Confermo che non parteciperò alla inaugurazione».
Sollecitato dai giornalisti, il vescovo ha spiegato di aver preso la decisione per una questione di libertà. «Nella nostra diocesi - ha detto al Gazzettino - non ci comporteremmo mai in questo modo. Noi garantiamo sempre la massima accoglienza ai fratelli musulmani».
Alla fine il sindaco e i parroci hanno trovato un escamotage, un pochino umiliante per la verità, per fare in modo di salvare comunque la celebrazione. I bambini della scuola, di cui solo il 10 per cento non appartiene alla religione cattolica, usciranno sabato prossimo grazie a una giustificazione firmata dai genitori. Non risulta, peraltro, che le famiglie dei bimbi non cattolici abbiano espresso perplessità o rimostranze. «Abbiamo evitato una guerra di religione che non ha alcun fondamento religioso», ha commentato Frazzarin.


Franco Costa, vicario episcopale per la catechesi e direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Padova, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, parlando di caso gonfiato, di tempi troppo ristretti. Per Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, invece, deve intervenire il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni «per correggere il provvedimento o per rimuovere il dirigente».

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