Cimoli: «Lasciati soli contro le low cost»

Giudicato «adeguato» il compenso di 2,8 milioni all’anno per il presidente e ad

Paolo Stefanato

da Milano

Quasi rispettando una tacita intesa pre-elettorale, l’assemblea dell’Alitalia si è svolta ieri in tono sommesso e dimesso, senza alcun intervento di natura sindacale (anche se le trattative con i lavoratori sono ancora aperte). A parte la scontata approvazione del bilancio, unico punto all’ordine del giorno, l’assemblea ha presentato due soli temi di qualche rilievo: un nuovo attacco alle compagnie low cost e una «ricognizione» sulla congruità del compenso del presidente e amministratore delegato, Giancarlo Cimoli, che lo scorso anno ha incassato la bellezza di 2,786 milioni di euro (320 euro all’ora, sonno compreso). Cifra considerata «adeguata» all’impegno profuso, e comunque comprensiva - come è stato sottolineato - di componenti fisse, variabili, non ricorrenti e di premi connessi ai risultati.
Quanto alle low cost, Cimoli ha ancora una volta ribadito che in Italia la politica del trasporto aereo non è stata attenta e illuminata. «Dalla metà del 2005 - ha sottolineato Cimoli - oltre al rincaro del barile, c'è stato in Italia un assalto delle low cost come in nessun altro Paese europeo». Altrove fanno da barriera «un po’ la forza dei vettori nazionali, come Air France o Lufthansa, un po’ le misure di protezione messe in atto dalle autorità nazionali». In Europa, ha detto Cimoli, «c'è stata liberalizzazione e regolamentazione. In Italia, invece, a Bergamo Ryanair ha costruito un palazzo per far dormire i propri dipendenti, e a Malpensa, EasyJet atterra di notte e fa le nostre stesse rotte. Questa non è una politica del trasporto aereo attenta e illuminata». Nel pomeriggio EasyJet ha replicato ironicamente: «Cimoli fa un inno al monopolio e non conosce il mercato».
I conti dell’Alitalia approvati ieri erano già noti. Fatturato più 11,6%, una perdita di 167 milioni, in miglioramento di oltre 728 milioni, forza lavoro in calo (a 11.174 dipendenti) grazie allo scorporo di Alitalia servizi. Ma i due dati più significativi sono l’aumento di circa 2 milioni di passeggeri con una flotta calata da 184 a 177 aerei: l’incrocio dei due numeri mette in evidenza un forte aumento della produttività. Su queste basi - e sempre grazie allo spin off delle attività di terra - Cimoli ha più volte confermato l’obiettivo del piano industriale, che prevede il ritorno all’utile nell’esercizio in corso. All'assemblea di ieri hanno partecipato come azionisti con quote superiori al 2% il ministero del Tesoro con il 49,9%, Walter capital management con l'8,2%, Newton investment management (4,2%). Nel complesso è intervenuto in assemblea il 50,13% del capitale.
In serata la compagnia diffuso le comunicazioni mensili richieste dalla Consob sulla posizione finanziaria.

A fine febbraio il gruppo aveva un indebitamento netto di 951 milioni in peggioramento dagli 890 milioni del gennaio 2006, con un incremento di 61 milioni di euro (più 6,9%). Disponibilità e crediti finanziari a breve del gruppo al 28 febbraio erano pari a 996 milioni. Meno 0,35 in Borsa.

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