Maurizio Cabona
da Finale Ligure
Doppiatori languono quando importatori frenano. Avanzata della produzione tv italiana significa infatti ritirata di quella straniera. Così, se lavorano di più gli attori, lavorano meno i doppiatori. A costoro solo il cinema continua a dare grandi soddisfazioni: la stragrande maggioranza dei biglietti è infatti venduta per film americani. E un fenomeno analogo avviene in Francia. Mentre negli Stati Uniti continua serenamente il boicottaggio - per premeditata incuria - dei film importati, come ha ricordato un veterano statunitense del settore, Gregory Snegoff, che ha anche rivelato quanto è costato tutto il doppiaggio in inglese della Vita è bella di Benigni, che ha poi avuto lOscar: solo cinquemila dollari!
È quanto emerge dalla tavola rotonda su «Crisi del doppiaggio. Un fenomeno solo italiano?», tenutasi ieri al Festival di categoria di Finale Ligure, con la partecipazione di Bruno Paolo Astori, Cristina Boraschi, Claudio G. Fava, Adalberto Maria Merli, Mario Paolinelli e Jean-Louis Sarthou. Sè parlato della crisi economica, non della crisi qualitativa, ma lincremento del doppiaggio negli ultimi anni ha allargato le maglie per laccesso alla professione. Morale: la dizione perfetta ha ceduto allaccento romano, perché i doppiatori lavorano a Roma.
Lannuale escursione ligure della categoria allora come si spiega? Con la tenacia del critico cinematografico genovese Claudio G. Fava, anche lui a lungo in prestito a Roma, che conserva un certo senso delle radici, se fra i premi della rassegna dei doppiatori ce nè uno, la Targa Castellani (il regista era della Riviera di Ponente) per i doppiatori liguri. Ieri è andato a Claudio Bisio, che però è di Novi Ligure, Piemonte. Perché? «Per una riannessione», sorride Fava.
Ecco gli altri premi per il cinema: a Rodolfo Bianchi per il doppiaggio generale di 36 Quais des Orfèvres; a Omero Antonutti per quello di Michel Bouquet in Le passeggiate al campo di Marte; a Laura Lenghi per quello di Hilary Swank in Million Dollar Baby; a Elio Pandolfi per quello di Richard Griffith in Stage Beauty. Alberto Piferi ha avuto la Targa De Angelis per la carriera, mentre la menzione speciale «Un volto e una voce» è andata a Claudio Sorrentino per Mel Gibson e John Travolta.
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