Cuori in Atlantide, lo strano record legato alle trasposizioni di Stephen King

Cuori in Atlantide è un'opera cinematografica tratta da un racconto di Stephen King che ha uno strano primato. Ecco quale

Cuori in Atlantide, lo strano record legato alle trasposizioni di Stephen King
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In onda oggi alle 11.56 su Iris, Cuori in Atlantide è la pellicola diretta da Scott Hicks e tratta dal racconto Uomini bassi in soprabito giallo, che porta la firma del maestro dell'horror, Stephen King.

Cuori in Atlantide, la trama

Bobby è un fotografo di cinquant'anni che, sebbene non ne abbia molta voglia, è costretto a tornare nella sua piccola cittadina natia per dare l'ultimo saluto a un vecchio amico d'infanzia. Il ritorno a casa e la scoperta della morte di un'altra persona del suo passato trascinano Bobby indietro nel tempo. La sua mente e i suoi ricordi si spalancano sull'estate del 1960, quando Bobby (Anton Yelchin) è solo un ragazzino che ha perso il padre e vive con la madre (Hope Davis) che nei suoi confronti dimostra solo freddezza. Gli unici appigli affettivi, per lui, sono l'amico Sully (Will Rothhaar) e l'amata Carol (Mika Boorem), il suo primo amore. La vita dei tre ragazzini cambia del tutto quando nello stabile dove vive Bobby arriva il misterioso Ted (Anthony Hopkins), che ha dei poteri sovrannaturali e che ben presto assume per il protagonista il ruolo di figura paterna. Le cose, però, sono destinate a cambiare in peggio molto presto.

Il primato del film

Cuori in Atlantide è un lungometraggio che si inserisce perfettamente nella lunga lista di film che sono stati portati sul grande schermo partendo da un romanzo o uno scritto di Stephen King, famosissimo scrittore che nel corso degli anni ha nutrito più volte il cinema. Lo dimostrano le trasposizioni, ad esempio, di Shining, con le conseguenti liti con Stanley Kubrick, o i vari IT, Misery non deve morire, La zona morta e Carrie - Lo sguardo di Satana, giusto per citarne alcuni. Le storie che nascono dalla mente dello scrittore del Maine hanno in sé una natura cinematografica intrinseca che le rende perfette per fare il grande salto e trasformarsi da racconto di carta in racconto di celluloide, anche quando si ha a che fare con racconti brevi, come nel caso di Secret Window o, appunto, Cuori in Atlantide. In effetti il libro Cuori in Atlantide è proprio una raccolta di cinque racconti, ambientati in diverse epoche e popolate da personaggi diversi tra loro. E, come si diceva in apertura, la storia principale del lungometraggio è tratta dal racconto che in lingua originale si intitola Low men in yellow coats, mentre Cuori in Atlantide è il titolo successivo, che però non ha niente a che vedere col film.

Cuori in Atlantide, dunque, non ha rappresentato né il primo né l'ultimo caso di trasposizione dai lavori di Stephen King, eppure è l'unico ad avere un tratto distintivo che lo ha reso quasi un record nella lunga lista delle trasposizioni "kinghiane". Come riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, Cuori in Atlantide è l'unico film tratto da un romanzo di Stephen King a non rappresentare una morte sul grande schermo.

Nonostante tra la parte nel presente e la parte in flashback diverse persone muoiono per cause diverse, la morte rimane sempre qualcosa che aleggia fuori dal quadro e, perciò, è qualcosa che viene detto allo spettatore, ma non gli viene mostrato. In tutte le altre trasposizioni, le morti al contrario avvengono sempre davanti alla macchina da presa, portando il pubblico proprio in mezzo all'azione, rendendolo partecipe dell'orrore.

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