L'attimo fuggente è il film del 1989 diretto da Peter Weir che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1. Si tratta di una pellicola entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo, cooperando a rendere Robin Williams un volto molto amato del grande schermo e un attore a cui il pubblico si è affezionato a tempo di record. Come si legge su Coming Soon il film è tratto da esperienze realmente vissute dallo sceneggiatore Tom Schulman nella Montgomery Bell Academy di Nashville.
L'attimo fuggente, la trama
Il professor John Keating (Robin Williams) è un insegnante di letteratura che viene richiamato nel prestigioso collegio maschile nel Vermont che aveva frequentato da studente. Il suo approccio alla materia e il suo rapporto con gli studenti rappresentano una vera e propria ventata d'aria fresca tra le fredde mura di Welton. Il professor Keating non segue le leggi della scuola, né la rigida disciplina che regna nelle aule. Il suo atteggiamento fa sì che l'insegnante diventi un modello per il giovane Neil (Robert Sean Leonard), erede di una famiglia facoltosa che sogna però di diventare un attore. L'influenza di Keating colpisce anche Todd (un giovanissimo Ethan Hawke), ragazzo timido che sembra non trovare il proprio posto nel mondo. Inoltre, il modo in cui John Keating insegna letteratura spinge molti studenti a creare una società segreta, la società dei Poeti Estinti. Quando però la tragedia bussa alla porta del Welton, John Keating è proprio il primo a finire nella rete dei sospetti del preside Nolan (Norman Lloyd).
La spiegazione del film
L'attimo fuggente, nel corso dei decenni decorsi dal suo arrivo in sala, si è ritagliato un ruolo di cult che lo ha trasformato in un film entrato nell'immaginario collettivo, un ricettacolo di citazioni che vengono usate anche a tanti anni di distanza dall'uscita e che si è meritato persino di essere citato in una serie di grande successo come Friends. Ma a cosa è dovuto questo successo? Perché il pubblico ha amato così tanto un film dal risvolto tanto drammatico? La prima risposta che si può dare a questa domanda è il messaggio che il film veicola e che può essere riassunto con la frase latina ripetuta anche all'interno del film di Peter Weir: Carpe Diem.
Il personaggio del professore non si limita a insegnare ai suoi studenti le basi della letteratura e della poesia, ma si preoccupa soprattutto di preparare giovani uomini pronti ad affrontare il mondo con la consapevolezza che non c'è niente di peggio che vivere per accontentare gli altri o lasciandosi sfuggire le occasioni dalle mani. L'invito di Keating è dunque quello di vivere a pieno, di vivere con gioia e gratitudine e di trarre il massimo da ogni momento passato sulla Terra, vista la caducità della condizione umana. L'attimo fuggente ricorda sì allo spettatore la mortalità dell'essere umano e lo scorrere implacabile del tempo, ma allo stesso tempo ricorda che si vive una sola volta e che si deve vivere per accontentare se stessi, non per non deludere gli altri o le aspettative che gli altri hanno costruito addosso ad eredi e amici. In questo senso è emblematico il finale del film. Nella speranza di non far spoiler anessuno - dal momento che il film è di fine anni Ottanta - L'attimo fuggente si conclude con il suicidio di uno degli studenti. L'evento, drammatico e traumatico al tempo stesso, ha però la funziona di sottolineare il messaggio che il film veicola per tutto il tempo: vivere alle proprie condizioni.
Il giovane che si toglie la vita lo fa perché non vuole sottostare alle regole che altri gli impongono e consapevole che la sua vita in quel modo non avrebbe più sapore decide di uccidersi, esercitando con un atto estremo e problematico il diritto di scegliere. Naturalmente il film ha i suoi limiti: sarebbe bastato aspettare di diventare maggiorenne e diventare indipendente per inseguire il proprio cammino. Ma naturalmente il cinema ha bisogno anche dei toni melodrammatico e la morte di Neil serve a rendere più forte e duraturo il messaggio: è l'estremo di un discorso che inneggia alla libertà e all'autoaffermazione. Temi, anche questi, che si possono ritrovare nel finale del film, quando tutti gli studenti di Keating salgono sul tavolo al suono della frase "Oh Capitano, mio Capitano!" .Salendo sui tavoli gli studenti dimostrano di aver fatto proprio il "dogma" di Keating. Non si accontentano di rispettare regole che altri hanno scelto per loro, e gridano il loro diritto a guardare il mondo da un'altra prospettiva, da un altro punto di vista. In un'epoca come quella attuale, dove si rischia un vero e proprio appiattimento culturale, la difesa del proprio punto di vista è un elemento che rende L'attimo fuggente un film ancora decisamente attuale.
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