La città tiene duro: imprese cresciute del 2%

La crisi ha avuto riflessi negativi sull’economia locale nel 2008, accentuatisi nel primo trimestre, ma in misura minore rispetto a quanto accaduto in Italia e regione: il numero delle imprese è cresciuto e il capoluogo continua a investire, coprendo il 21% del totale nazionale delle risorse destinate al settore. Per contro produzione e fatturato sono in calo e cresce in modo esponenziale il ricorso alla cassa integrazione. È un quadro in penombra quello disegnato dal rapporto «Milano produttiva 2009» della Camera di commercio.
Milano nel 2008 ha visto crescere del 2% le imprese (contro lo 0,6 nazionale), grazie all’iniziativa extracomunitaria (+8,6%). Una situazione alla quale non è corrisposto un analogo risultato in termini di produzione che, al contrario, è scesa dell’1,3%, con una grave previsione di un -10% per quest’anno. Alla contrazione produttiva corrisponde quella del fatturato, che ha perso lo 0,1%, e del commercio estero, con l’export cresciuto solo dello 0,8% rispetto al 7% del 2007 e le importazioni calate del 4,9%, contro un incremento di quasi 15 punti di due anni fa. Una delle note più dolenti è l’occupazione. Nel corso del 2008 gli occupati sono aumentati solo dello 0,5% (pari a 9mila unità), specialmente grazie all’apporto straniero (+25mila occupati). L’occupazione subisce una flessione nel settore primario (-8%), ma anche i servizi perdono lavoratori, sebbene in misura più contenuta (-1%). Flessione che l’1,4% conquistato dall’industria non riesce a compensare. Complessivamente il tasso di disoccupazione a fine 2008 si è assestato al 3,9%, ma già alla fine dell’anno la situazione era diventata più critica, con 7.800 occupati persi nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2007: un calo equivalente a 0,5 punti, salito al 4,4 nei primi tre mesi del 2009. Un quadro preoccupante, anche guardando i dati della cassa integrazione, cresciuta nel primo trimestre di quest’anno del 139,2%, per un totale di 5,2 milioni e 10mila lavoratori coinvolti. E consola poco sapere che il dato milanese è più contenuto rispetto a quello lombardo (+341,9%) e italiano (+184,1%). Nota positiva sul fronte dell’innovazione. A Milano viene depositato il 65% delle domande lombarde di brevetti europei e oltre il 20% di quelle nazionali: non sorprende che nel capoluogo cresca la domanda di personale qualificato (+1% per dirigenti, professioni specialistiche e tecniche) e di laureati (che raggiungono una quota del 22,7%, +0,7% rispetto al 2008 e doppio rispetto al valore nazionale).


«La crisi - ha detto Andrea Chevallard, segretario della Camera di commercio di Milano - ha colpito la città come tutte le altre realtà, ma qui ha inciso meno, sia perché il settore dei servizi tiene, sia perché la ricaduta sui consumi è stata inferiore rispetto a quella industriale. La ripresa dovrebbe arrivare nel 2010».

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