Amici a quattro zampe, costi eccessivi

Gli animali domestici in Italia sono quasi 65 milioni. La metà sono pesci, mentre 10 milioni sono i gatti e 8,7 milioni sono i cani

Amici a quattro zampe, costi eccessivi

Gli animali domestici in Italia sono quasi 65 milioni: più di uno per abitante. La metà di questo esercito di piccoli amici dell'uomo sono pesci, 10 milioni sono gatti e 8,7 milioni sono cani. Un mondo che muove un business da 2,6 miliardi di euro secondo il rapporto di Assalco-Zoomark. Infatti, oltre al costo del cibo, gli animali da compagnia necessitano di spese mediche e di visite veterinarie annuali. Un modo per recuperare una piccola percentuale di questi costi la concede la dichiarazione dei redditi. I padroni degli animali infatti possono richiedere una detrazione fiscale del 19% per un importo massimo di 550 euro e una franchigia di 129,11 euro. Calcolatrice alla mano, la detrazione Irpef può ammontare, come soglia massima, a 80 euro. Altro fattore che influisce negativamente sulle tasche dei padroni è l’Iva al 22% sulle visite veterinarie, al contrario delle prestazioni sanitarie per gli umani che sono in parte esenti Iva.

Microchip e prima visita

L’indagine registra notevoli differenze di costi in base alle città. Nel sud Italia le tarife sono più economiche e in media si spendono dai 39 euro a Napoli ai 43 euro a Roma. A Milano e Torino le strutture possono arrivare a chiedere più di 80 euro. Gli ambulatori risultano spesso più economici delle cliniche. Vi sono poi altri costi obbligatori, tra questi il microchip. La legge impone l’applicazione del chip per cani, che può costare da 25 a 65 euro. Milano, per esempio, è una delle città più care, l’applicazione del microchip costa, mediamente, 49 euro. A Bari si spendono circa 34 euro. Nel Lazio, il costo per l’applicazione del microchip e l’iscrizione presso l’Asl, è di 28 euro totali.

Pronto soccorso

Le situazioni di emergenza richiedono strutture specifiche.

Su 149 impianti analizzati, il 19% ha un servizio di pronto soccorso aperto 24 ore su 24 e nel 54% dei casi gli ambulatori sono aperti solo durante i giorni feriali. Nel 27% dei casi di emergenza è possibile contattare telefonicamente i veterinari.

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