La Bce rialza i tassi di interesse. Ecco cosa accade ai mutui

Continua a crescere il costo medio dei mutui a tasso variabile, che si avvicinano sempre più ai valori di quelli a tasso fisso

La Bce rialza i tassi di interesse. Ecco cosa accade ai mutui

L'ennesimo rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea comporterà delle conseguenze dirette sui mutui a tasso variabile, destinati a subire un'ulteriore impennata. Per contro, invece i finanziamenti a tasso fisso continuano progressivamente a decrescere: una tendenza, questa, che si registra almeno da un mese.

Cosa sta accadendo

Stando ai risultati di un'analisi effettuata da Mutui On Line, l'aumento del costo del denaro farà lievitare l'Euribor a 3 mesi. Il tasso interbancario europeo di riferimento da cui dipende, per l'appunto, il peso dei mutui a tasso variabile ha toccato nella giornata di ieri, mercoledì 14 dicembre, il 2,08%, scavalcando di fatto e distanziando l'Eurirs a 30 anni: il tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso, infatti, è rimasto fermo all'1,99%.

Uno sviluppo che non si verificava dall'ormai lontano 2008 e che porterà inevitabili ripercussioni nelle scelte dei futuri mutuatari: allo stato attuale delle cose, è inevitabile che il mutuo a tasso variabile, destinato a crescere ulteriormente, perda attrattiva. Tornando indietro di pochi mesi, è già possibile scorgere delle rilevanti differenze. A luglio per un mutuo da 160mila euro a 20 anni, acceso con l'obiettivo di comprare un immobile da 200mila euro, il più conveniente tasso annuo nominale (Tan) variabile a tassi agevolati era dello 0,70%, con rata mensile di 715 euro. Ad oggi, invece, il miglior mutuo giovani ha Tan 1,15% e rata da 747 euro: in soli quattro mesi si registra un'impennata del 5% dei costi mensili, che si traduce in 7.700 euro in più nei 20 anni totali (se non dovessero esserci ulteriori ritocchi verso l'alto).

La seconda offerta più vantaggiosa a tasso variabile ha oggi un Tan del 2,60%, con rata mensile da 856 euro: un aumento del 20% in più rispetto alla medesima offerta a luglio. Le proposte per gli under 36 a tasso fisso si attestano a 870 euro al mese, poco di più rispetto alla seconda miglior offerta a tasso variabile disponibile sul mercato. Considerando l'ultimo aumento deciso dalla Bce, è possibile stimare un incremento ulteriore dello 0,5% per quanto concerne i mutui a tasso variabile, che quindi verrebbero ad allinearsi ai valori di quelli a tasso fisso.

Cosa scegliere

A settembre il costo medio dei mutui fissi distanziava quello dei mutui variabili di circa 150 punti base (1,5%): nei primi 15 giorni di dicembre, invece, il margine si è notevolmente ridotto (3,35% contr0 2,90%). "Se gli indici di riferimento continueranno a evolvere con i trend attuali", spiega il report di Mutui On Line,"e il mutuo a tasso variabile assorbirà questo ulteriore aumento di 50 punti base, è possibile che a gennaio i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili".

Ecco che allora converrebbe investire su un mutuo a tasso fisso e valutare la surroga nel caso in cui mutasse il trend degli ultimi mesi. Ciò nonostante, spiega la ricerca, a novembre il 42% dei consumatori continua a prediligere il variabile o il variabile con cap (a ottobre si toccava quota 49%).

"L'attuale quadro di incertezza geopolitica ed economica rende molto complesso fare previsioni per il 2023, ma si auspica che questa situazione di tassi alti non duri a lungo", commenta il direttore generale della divisione broking di gruppo Mutui On Line e amministratore delegato di MutuiOnline Alessio Santarelli. "Gli analisti sono concordi nell'ipotizzare che i tassi di riferimento in Usa, Uk e Europa inizino a scendere già dalla seconda metà del prossimo anno", conclude.

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