Cartelle esattoriali, novità in arrivo: come cambia la rottamazione ter

Il governo vaglia misure per recuperare i debiti fiscali di 530mila cittadini che non sono riusciti a onorare gli impegni presi con la rottamazione ter. In arrivo dilazioni di pagamento

Cartelle esattoriali, novità in arrivo: come cambia la rottamazione ter

Sono circa 530mila i contribuenti i quali, pure avendo fatto ricorso alla Rottamazione ter, non sono riusciti a onorare i rispettivi impegni con l’erario. Il tema delle cartelle esattoriali e della pace fiscale è centrale e il governo intende recuperare il più possibile, anche concedendo ulteriori dilazioni.

Per questo motivo la legge di Bilancio potrebbe prevedere una norma utile ad evitare che ai morosi si ripresenti una nuova cartella esattoriale appesantita da ulteriori oneri e da pagare in un’unica soluzione.

Le novità al vaglio per la rottamazione ter

La soluzione presa in esame per recuperare il gettito prevede un piano di pagamento in cinque anni con un aggravio del 5% tra interessi e sanzioni. In questo modo chi non è riuscito a sanare la propria posizione nei confronti del fisco può riuscire a farlo senza accusare troppo il colpo.

Secondo il ministero dell’Economia sono 718mila (il 57% del totale) i contribuenti che usufruiscono di un piano di pagamento da onorare nel corso del 2022 e del 2023 e che sono in regola con i versamenti o hanno completamente saldato i rispettivi debiti.

C’è poi la posizione di circa 532mila contribuenti (il 43%) i quali, non essendo riusciti a saldare le rate in scadenza nel 2020 e nel 2021 hanno perso il diritto di godere delle agevolazioni della rottamazione. Ciò si traduce in 2,5 miliardi di minori entrate per l’erario. La Rottamazione ter ha avuto quindi per il momento effetti attutiti e la situazione è ancora provvisoria, giacché entro il 30 novembre si attendono i pagamenti delle rate dovute per il 2022 e posticipate per via della pandemia.

Al di là delle proroghe concesse dal governo, la maggioranza mostra di comprendere che il difficile momento economico (tra inflazione e caro bollette) potrebbe coincidere con il fatto che famiglie e imprese facciano fatica a onorare i patti stretti con il fisco e la via dell’ulteriore rateizzazione appare la più ragionevole per incassare il gettito non ancora incamerato.

La pace fiscale

Le posizioni inferiori ai mille euro potrebbero essere cancellate definitivamente mentre, per quelle da mille a duemilacinquecento euro, l’erario potrebbe accontentarsi del 20% salvo poi stralciarle.

Per gli importi superiori ai 2.500 euro si ragiona in due modi.

Per i contribuenti che già avevano aperto un contenzioso con il fisco prima di avere ricevuto la cartella esattoriale si pensa a una sanzione del 5% con una rateizzazione in cinque anni e, per tutti gli altri, il pagamento dell’intero importo con una maggiorazione del 5% potrà essere saldato in 10 anni.

Il governo potrebbe quindi proporre immediatamente una formula di pace fiscale, peraltro gradita al vicepremier Matteo Salvini.

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