Il segnale lanciato dal governo in occasione dell'1 maggio è chiarissimo: mentre la sinistra si diletta nel cantare al concertone e nel blaterare dalle piazze, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Lavoro che contiene una serie di interventi per tagliare le tasse e incentivare le assunzioni. L'effetto provocato sarà quello di un aumento in busta paga per i lavoratori dipendenti, che beneficeranno così della misura partorita dall'esecutivo di centrodestra. Date, importi e requisiti: ecco tutto quello che c'è da sapere.
Più soldi in busta paga: i calcoli
Per Giancarlo Giorgetti il dl Lavoro che interviene a sostegno dei lavoratori rappresenta non solo "un aiuto reale contro il carovita" ma anche "la risposta concreta alle chiacchiere". Di fatto si investe sui lavoratori e le famiglie. Sono molte le novità previste, dal taglio del cuneo fiscale agli incentivi sui nuovi assunti passando per ulteriori benefici a vantaggio dei lavoratori che hanno figli. "Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali", ha affermato il ministro dell'Economia.
Le tasse vengono abbassate fino a 7 punti per i redditi più bassi. Tutto ciò come si traduce concretamente? L'aumento in busta paga viene stimato, nel periodo che va da luglio a dicembre, fino a 100 euro mensili medi. Nel complesso vengono destinati circa 3 miliardi di euro all'incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in Legge di bilancio.
Taglio del cuneo fiscale: chi ne beneficia
In tal modo lo sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori, viene elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro. Il che è perfettamente in linea con la rotta da sempre tracciata dal governo guidato da Giorgia Meloni: cambiare passo rispetto al passato e modificare in meglio le buste paga dei redditi medio-bassi.
Quando scattano gli aumenti
Il periodo degli aumenti è previsto nell'arco di tempo che va dall'1 luglio al 31 dicembre 2023. Ma non va dimenticato che al taglio del cuneo fiscale si aggiungeranno altre novità contenute nella riforma del Fisco: superamento dell'Irap, revisione dell'Irpef, nuova Ires a due aliquote ed estensione della flat tax per tutti entro la fine della legislatura. Da una parte si vuole semplificare e ridurre la pressione fiscale, dall'altra favorire investimenti e assunzioni.
Dunque non si tratterà dell'unico intervento a favore dei lavoratori del nostro Paese.
Tra l'altro il decreto Lavoro prevede anche 142 milioni di euro nel 2023 per aumentare fino a 3mila euro il tetto di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori. Il che servirà per sostenere le famiglie limitando l'impatto dell'inflazione sui redditi. C'è poi il rifinanziamento del fondo per riduzione della pressione fiscale prevista dalla scorsa legge di Bilancio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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