Inflazione e caro vita, ecco la classifica delle città più care d'Italia

La classifica stilata da Unc, che ha tenuto conto dei più recenti dati forniti dall'Istat. Genova la più cara d'Italia, Milano al quarto posto: ecco la top ten delle zone dove l'inflazione colpisce di più

Inflazione e caro vita, ecco la classifica delle città più care d'Italia
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L'Italia ancora alle prese con le fiammate dell'inflazione, che da tempo risulta parecchio incisiva sui prezzi. Dati Istat alla mano, nel mese di giugno 2023 è stato registrato una decelerazione, con un aumento dei prezzi del 6,4% rispetto a giugno 2022, contro l'incremento del 7,6% registrato a maggio. Ciò non toglie che il caro vita si faccia ancora prepotentemente sentire, specie in alcune zone del Paese.

Genova più cara d'Italia

Tenendo conto dei dati più recenti resi noti dall'Istat, Unc ha stilato una classifica delle città dove l'inflazione incide maggiormente sui prezzi. Il risultato è che al primo posto è stata collocata Genova, che a giugno ha registrato un'inflazione dell'8,5%, contro il 6,4% generale stabilito in Italia. Secondo quanto stimato dall'Unione consumatori, ciò si traduce in una spesa aggiuntiva di 1.853 l'anno per le famiglie che vivono nella città ligure. Genova in primis, seguita dal resto della Regione Liguria, si attesta dunque il primo posto.

Seguono due città toscane

Subito dopo Genova, arrivano due città toscane, ossia Firenze e Grosseto. La prima ha infatti registrato un +7,6% di inflazione, con una spesa aggiuntiva di 1.772 euro), stesso discorso la seconda, ancora +7,6%, ma con una spesa supplementare di 1.713 euro annui. Poco di meno, insomma.

Milano al quarto posto

Resta in alto il capoluogo meneghino, che non va in vetta ma resta comunque a livelli che sfiorano la media nazionale. A Milano l'inflazione è data al +6,3%, con una spesa supplementare per famiglia tipo di 1.710 euro.

La top ten delle più care

A seguire, dopo Genova, Firenze, Grosseto e Milano, abbiamo Bolzano (6,4% con una spesa aggiuntiva di 1.701 euro), Siena (7,5% con spesa aggiuntiva di 1.691), Varese (6,4% con una spesa aggiuntiva di 1.688), Lodi (6,6% con una spesa aggiuntiva di 1.675), Perugia (7,2% con una spesa aggiuntiva 1.654) e Lecco (6,5% con una spesa aggiuntiva 1.650).

Scendendo più in basso, al 15esimo posto, troviamo poi Torino (6,9%, con una spesa supplementare di 1.587 euro) e Roma, alla 23esima postazione, con 6,4% di inflazione e 1.499 euro di spesa.

Le città meno care

Le città dove gli effetti dell'inflazione si avvertono di meno sono invece Cagliari, che a giugno ha registrato un'inflazione di 6% con una spesa aggiuntiva di 1.127 euro, Campobasso (6% e 1.099 euro di rincaro), Trapani (5,7% e 1.087 euro di rincaro), Caltanissetta (5,7% e 1.087 euro di rincaro), Sassari (6% e 1.080 euro di rincaro), Ancona (5,4% e 1.074 euro di rincaro), Caserta (5,4% e 1.050 euro di rincaro), Reggio Calabria (5,2% e 971 euro di rincaro), Catanzaro (4,7% e 878 euro di rincaro) e Potenza (3,8% e 750 euro di rincaro).

Le Regioni

Dando uno sguardo più ampio alle Regioni, troviamo in testa la Liguria (+8,2%, e + 1.692 euro) seguita da Umbria (+7,2%, e + 1.626 euro), Toscana (+7,2%, e + 1.595 euro), Lombardia (+6%, e + 1.559 euro), Trentino Alto Adige (+ 6%, e + 1.559 euro), Piemonte (+6,9%, + 1.506 euro), Lazio (+6,4%, + 1.424 euro), Emilia Romagna e Marche, entrambe +5,9% e + 1.403 euro.

I rincari

Unc tiene a precisare che il calcolo della spesa è fatto su una famiglia media, e con un maggior numero di figli la cifra, ovviamente, sale. Fra le voci che comportano i rincari, abbiamo la spesa per alimentari, salita di 764 euro, quella per le utenze della casa, aumentata di circa 359 euro, e quella per servizi ricettivi, aumentata di 125 euro.

Il calo dell'inflazione registrato a giugno, per quanto positivo, non basta. "Una vera e propria batosta.

Il rallentamento dell'inflazione procede troppo a rilento dopo il ribasso del costo dell'energia che oramai dura da gennaio, oltre 6 mesi fa, e i ripetuti interventi della Bce", è il commento, riportato da La Stampa, di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione consumatori.

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