Lavorare dopo la pensione: ecco quando è possibile

Cosa succede se si decide di lavorare una volta andati in pensione

Lavorare dopo la pensione: ecco quando è possibile
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Una volta raggiunta l’età e i requisiti richiesti, la pensione non è l’unica opzione possibile. Difatti, può accadere che un lavoratore decida, una volta “terminata” la propria “prima vita lavorativa”, di cimentarsi in altre attività magari come libero professionista, mettendo a frutto le competenze che ha sviluppato durante le sue esperienze pregresse.

Il lavoratore, dunque, può decidere se continuare a lavorare per poi fruire della pensione in un secondo momento (laddove non vi siano obblighi di messa in quiescenza) o iniziare a percepire il trattamento pensionistico continuando, al contempo, a svolgere un’attività lavorativa.

Ma cosa accede in questo caso? Come funziona?

Entriamo più nel dettaglio.

Cosa accade se si lavora da “pensionati”

Lavorare una volta andati in pensione è possibile in quanto il divieto di cumulo tra redditi da pensione e quelli da lavoro è stato abolito a decorrere dal 1° gennaio 2009 con il decreto legge 112/2008.

L’art. 19, difatti, ricorda che a “le pensioni dirette di anzianità a carico dell'assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente; inoltre sono interamente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente le pensioni di vecchiaia anticipate liquidate con anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni (…) e a soggetti con età pari o superiore a 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne”.

Salvo alcune fattispecie legate soprattutto al sistema pensionistico di riferimento, l’unico vero semaforo rosso riguarda coloro i quali sono titolari di pensione ai superstiti e degli assegni di invalidità e chi è andato in pensione in anticipo con Quota 100 (salvo che la retribuzione percepita non superi i 5mila euro), oppure per chi ci andrà con Quota 102; questi lavoratori, difatti, non possono lavorare fino al raggiungimento dei 67 anni di età.

Superate queste variabili, la grande differenza rispetto alla precedente attività lavorativa è che, se si continua a lavorare mentre si percepisce la pensione, le somme ricevute andranno a cumularsi al reddito prodotto dal nuovo lavoro, divenendo base imponibile per i calcoli in sede di dichiarazione dei redditi.

Inoltre, ritornando a lavorare si riprendono anche i versamenti di contributi all'Inps, da cui scaturirà un aumento dell'assegno grazie al cosiddetto supplemento di pensione.

Si tratta di una prestazione che si ottiene a seguito di domanda e può essere erogato solo a condizione che siano trascorsi almeno 5 anni dalla data di decorrenza della pensione di cui si è titolari o dal precedente supplemento di pensione.

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