Fdi vola e sfonda il tetto del 30 per cento. Sfida alle ricette "green" di Timmermans

I meloniani: stop all'ideologia verde. I dati di Youtrend

Fdi vola e sfonda il tetto del 30 per cento. Sfida alle ricette "green" di Timmermans
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Continua senza sosta la crescita di Fratelli d'Italia nei sondaggi sfondando la quota del 30% nella Supermedia Youtrend/AGI del 30 gennaio e attestandosi al 30,1% dei consensi con un +0,5% rispetto al 16 gennaio scorso. Un dato notevole anche perché arriva dopo oltre due anni di governo e registra addirittura una crescita rispetto al risultato ottenuto alle elezioni europee. Un trend in controtendenza rispetto ai governi passati che, dopo un'iniziale luna di miele, vedevano calare (anche di diversi punti) il consenso dei partiti di maggioranza. Ne è consapevole Giorgia Meloni che ha commentato i dati spiegando che «il miglior modo per ottenere fiducia sia lavorare ogni giorno con serietà e determinazione».

Ciò significa portare avanti battaglie care al proprio elettorato come il contrasto alle politiche green ideologiche. In tal senso ieri si è svolta a Roma il convegno «Ambiente ed Energia: contro le eco-follie per un futuro realmente sostenibile» promosso dal Senatore e Commissario per la ricostruzione Guido Castelli in cui sono intervenuti il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, l'europarlamentare Nicola Procaccini, i parlamentari Mauro Rotelli e Riccardo Zucconi e il Capo Dipartimento Unità di missione per il Pnrr, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Fabrizio Penna con i saluti istituzionali del Senatore Lucio Malan e dell'onorevole Francesco Filini. Come ha spiegato il ministro Foti «se il green deal diventa un'ideologia, come è stata fino ad oggi, ci porta fuori strada» per poi aggiungere «finita l'ubriacatura green bisogna affrontare i dati realisticamente».

Nel suo intervento Guido Castelli ha spiegato che: «il pragmatismo che invoca sempre la premier Meloni punta alla neutralità energetica e tecnologica per trovare le soluzioni migliori a condizione di armonizzarle con le caratteristiche dei territori, senza progetti disegnati negli uffici di qualche super-burocrate che non conosce la natura dei territori europei», un riferimento alle eco-follie europee e alle politiche di Frans Timmermans.

Proprio l'ex commissario Ue ideatore del green deal, uscendo ieri dal vertice pre-consiglio del Partito socialista europeo a Bruxelles, se l'è presa contro la destra per il caso dei finanziamenti europei ricevuti dalle Ong green e utilizzati per fare lobbying: «questo è un attacco della destra verso la società civile».

Così Timmermans non solo non risponde nel merito di una vicenda molto grave che riguarda l'utilizzo di fondi comunitari ma butta la palla in tribuna prendendosela con la destra.

D'altro canto, a giudicare dalle altre sue dichiarazioni, Timmermans manca di lucidità: «questa transizione energetica non è soltanto per l'ambiente, per il clima ma per la nostra libertà, per la nostra industria del futuro. Abbiamo bisogno, quindi, del green deal». Parole che testimoniano la totale assenza di autocritica rispetto agli errori del passato che, secondo l'europarlamentare della Lega Anna Cisint, «lasciano sconcertati».

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