"Intelligenza artificiale legata al latino a scuola. Ecco il piano del governo"

Il ministro dell'Istruzione Valditara: "Pd e Cgil hanno dimenticato l'insegnamento di Gramsci"

"Intelligenza artificiale legata al latino a scuola. Ecco il piano del governo"
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Coniugare il passato col futuro, il latino con l'intelligenza artificiale. L'insegnamento è quello di Aristotele che, quando nel 335 a.C. fondò ad Atene il Liceo, tenne insieme la poetica e la retorica da una parte, la fisica, la botanica e la zoologia dall'altra. Questo insegnamento, oggi, lo ha fatto proprio il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che, dopo aver illustrato le linee guida della scuola che verrà, ha promosso il primo summit della scuola sull'intelligenza artificiale. «L'insegnamento interdisciplinare arricchisce i nostri giovani si spiega e consente loro di avere una visione a 360 gradi e costruirsi un futuro aperto alle sfide della modernità portandosi comunque appresso quello straordinario patrimonio che appartiene al nostro passato».

L'incontro si è tenuto ieri pomeriggio al Centro Congressi Mico, a Milano. Titolo: Next Gen AI. L'intelligenza artificiale di nuova generazione. Dove, però, la nuova generazione è anche quella che la scuola di oggi deve iniziare a formare da subito per garantire ad essa e al nostro Paese un futuro al passo col resto del mondo. Ripensare l'offerta formativa, dunque. Un obiettivo che Valditara si è dato sin dal primo giorno in cui è arrivato al governo. «Immagino la scuola del futuro sempre più incentrata sulla persona e sulla valorizzazione dei suoi talenti». Ieri mattina, prima di andare all'appuntamento sull'intelligenza artificiale, Valditara ha fatto visita alla redazione de il Giornale e ha spiegato molto bene come intenda «dare ad ogni studente la possibilità di realizzare al meglio le proprie abilità per realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni». È anche per questo che, dopo decenni di spontaneismo espressivo e di scarsa attenzione a grammatica e sintassi, praticamente sparite dalle nostre scuole dagli anni Settanta, ha ripensato le indicazioni nazionali partendo da un potenziamento dell'italiano e del latino. «Conoscere gli elementi base del latino significa conoscere meglio la grammatica e la nostra lingua ha spiegato il ministro ma aiuta anche nel ragionamento logico e a recuperare l'insegnamento di una Storia che valorizzi le nostre radici e la nostra identità, soprattutto in un momento in cui i nostri figli vengono a contatto con giovani di altre culture».

La scuola, purtroppo, è da sempre terreno di scontro. A questo giro, però, fa specie che a criticare il ritorno allo studio del latino siano Pd e Cgil. «Evidentemente hanno dimenticato le lezioni di Antonio Gramsci e Concetto Marchesi ha commentato Valditara con profondo rammarico evidentemente hanno buttato al mare il rapporto che il Pci aveva coltivato con la cultura umanistica». Accanto al rafforzamento della conoscenza delle materie tecnico-scientifiche, per il ministro è fondamentale la consapevolezza della straordinaria ricchezza del patrimonio letterario, artistico e musicale del nostro Paese. E questo lavoro non può che partire già alla scuola primaria e non può che integrare gli strumenti che oggigiorno ci vengono forniti dal progresso tecnologico e che stanno rivoluzionando il rapporto tra l'uomo e la macchina. Tra questi anche l'intelligenza artificiale. E il faro per farlo al meglio è, appunto, l'insegnamento fornitoci da Aristotele. Quando si parla di intelligenza artificiale la preoccupazione maggiore è legata all'impatto che questa può avere sulle persone. Tuttavia, nella scuola pensata da Valditara, anche questo strumento «deve essere al servizio dell'uomo». La figura del docente, insomma, resta e resterà centrale.

E per questo il ministero ha fatto partire (primo al mondo) un percorso di formazione per l'uso di assistenti virtuali che rafforzeranno la didattica e consentiranno ai giovani di recuperare. «In questo modo ha concluso Valditara - si potrà personalizzare l'insegnamento avendo però sempre l'insegnante come protagonista della formazione dei nostri ragazzi».

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