Togliere il Reddito di cittadinanza a fine agosto 2023 a chi oggi ne avrebbe diritto per più tempo è pienamente legale. Insomma, l’intervento del governo Meloni è legittimo dal punto di vista della legge e della Costituzione. A spiegarlo è Giampiero Proia, professore di Diritto del lavoro all’università Roma Tre e avvocato patrocinante presso la Corte di Cassazione.
Secondo il docente, infatti, nei rapporti di durata la legge può intervenire anche mentre sono in essere. Inoltre ricevere il Reddito non sarebbe un diritto acquisito, nemmeno per chi lo ottiene ora, prima dell’entrata in vigore della riforma Meloni, per potenziali 18 mesi. Il professore specifica che la legge lo considera diversamente perché non si tratta di una pensione, ma di un trattamento di natura assistenziale, che verrà sostituito da altre forme di lotta alla povertà, seppur con una platea di beneficiari ridotta.
Proia è convinto che per il sostegno alla povertà bisogna “per forza fare i conti con l’evoluzione della situazione sociale ed economica”, considerando che anche nella versione attuale del Reddito c’è il tetto di finanza pubblica. Insomma la fruizione dipende dai soldi a disposizione dello Stato.
Il giurista, però, sottolinea che rispetto alla legge di Bilancio andrà chiarita meglio la
distinzione tra occupabili e non occupabili durante il 2023, per non rischiare di escludere chi ne avrebbe bisogno. Si tratta ad esempio delle persone singole con disagi psichici o chi studia all’università.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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