Superbonus, crediti spalmabili in 10 anni: ecco come fare (e chi può farlo)

Da maggio la possibilità di ripartire i crediti fiscali relativi a Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche. Un vantaggio per imprese edili, banche e cessionari titolari

Superbonus, crediti spalmabili in 10 anni: ecco come fare (e chi può farlo)

Dal prossimo mese di maggio scatterà la possibilità di ripartire in dieci anni i crediti fiscali relativi al Superbonus, al Sismabonus e al Bonus barriere architettoniche. Un vantaggio che potranno sfruttare le imprese edili, le banche e i cessionari titolari e che è stato sancito dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento 2023/132123, emesso per fornire le istruzioni relative alle direttive introdotte dal decreto legge 11/2023.

I contribuenti interessati devono quindi fare ricorso alla funzionalità che l’Agenzia delle entrate renderà attiva dal prossimo 2 maggio nell’area riservata della piattaforma online.

Si può decidere di ripartire su 10 anni anche solo una parte dei crediti disponibili per poi perfezionare la richiesta nei mesi a seguire, cosa questa che sorride a chi, con il passare del tempo, acquisisce altri crediti.

Le rate dovranno essere di medesimo importo e si applicano ai crediti derivanti dalle prime cessioni o dagli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate entro il 31 marzo del 2023.

I crediti "spalmabili"

Si tratta dei crediti d’imposta relativi al Superbonus, al Sismabonus e al Bonus barriere architettoniche. Il provvedimento sottolinea che la ripartizione può essere effettuata sui crediti relativi a:

  • all’anno 2022 e agli anni seguenti per quei crediti derivanti dalla prima cessione del credito Superbonus o dallo sconto in fattura e comunicate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022
  • all’anno 2023 e agli anni seguenti per i crediti Superbonus comunicati all’Agenzia delle entrate nel periodo tra il primo novembre 2022 e il 31 marzo 2023
  • all’anno 2023 e agli anni seguenti per i crediti derivanti da Sismabonus e Bonus barriere architettoniche comunicati all’Agenzia delle entrate entro il 31 marzo 2023.

Le rate annuali potranno essere usate esclusivamente in compensazione e non potranno essere cedute.

Un esempio concreto

Il quadro d’insieme può risultare complicato, spieghiamo quindi con un esempio pratico come avviene la ripartizione dei crediti.

Un’impresa edile vanta crediti per 10.000 euro che superano la capienza fiscale per l’anno 2023, pari a 4.000 euro. Dopo avere compensato il credito per il 2023, avrà ancora 6.000 euro da recuperare e potrà farlo a partire dal 2024 fino al 2033 in ragione di 600 euro annui.

Calcolo che sarà ovviamente riconsiderabile se, nel frattempo, l’impresa edile dovesse accumulare ulteriori crediti, comunicando con regolarità la situazione all’Agenzia delle Entrate mediante la sezione dell’area privata che

verrà attivata a partire dal 2 maggio 2023 e che dovrà essere usata per ogni comunicazione relativa ai crediti fiscali relativi, ribadiamo, al Superbonus, al Sismabonus e al Bonus barriere architettoniche.

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