Una lunga e snervante maratona di ben 108 buche (sei giri) ha posto termine alle qualifiche per il Tour europeo assegnando gli ultimi trenta posti validi per poter accedere al circuito del 2009. Ben 900 giocatori ai nastri di partenza che selezionati, attraverso le prime due fasi di qualificazione hanno portato 156 aspiranti campioni alla finale svoltasi a Girona sui due percorsi del Pga Golf de Catalunya. Tra questi ben sei italiani tra i quali Emanuele Canonica ed Edoardo Molinari rimasti fuori dai primi 115 del Tour appena terminato e chiamati all’esame finale di riparazione.
Diamo subito le belle notizie. Al termine delle finali due nuovi azzurri si affacciano sul Tour maggiore e troveranno modo di giocare un buon numero di tornei nella prossima stagione. Il giovane fiorentino Lorenzo Gagli, dopo un anno di Challenge Tour, è stato il migliore degli italiani giungendo 15° al termine dell’infinita finale e dando dimostrazione, con un ultimo giro in 70 colpi, di aver saputo reggere alla pressione di simile impegno. Con lui anche il dilettante milanese Federico Colombo ha dato netto il segnale di poter competere ormai a livello professionistico terminando al 29° posto e quindi conquistando una delle trenta «carte» a disposizione dei 73 giocatori ammessi a giocare gli ultimi due giri della finale. Non ce l’ha fatta Michele Reale giunto a due colpi dall’ultimo punteggio valido per entrare nel grande giro.
Ed ora le dolenti note. Emanuele Canonica - il mio amico «genio e sregolatezza» - non è giunto ai due giri finali eliminato al «taglio» ed ora dopo anni di onorato servizio viene retrocesso in teoria sul Challenge anche se il Peppo nazionale riuscirà sicuramente ancora ad ottenere degli «inviti» per giocare sul Tour maggiore. Questa settimana è ad Hong Kong per il secondo torneo del Race to Dubai 2009 grazie ad un precedente invito ma poi Peppo dovrà dimostrare di avere ancora desiderio, volontà e caparbietà per tornare al ruolo che merita e al quale può e deve aspirare. Diversa se vogliamo la situazione di Edoardo Molinari. Anche lui di sicuro riuscirà a giocare in alcuni tornei del Tour - e non solo sul Challenge - ma la sua «retrocessione» ci può anche stare dopo appena un anno sul circuito maggiore. È successo ad altri, oggi di ottimo livello, prima di lui.
Per sfondare decisamente sul Tour non può bastare una sola stagione ed Edoardo ha tutte le carte in regola dopo un po’ di «penitenza» per emergere come le sue doti indiscusse lasciano prevedere.
Ma, e vale per tutti, come dice il grande Costantino Rocca ci vuole impegno, sacrificio, sudore e soprattutto la convinzione che per un giocatore di torneo la vita scelta è una «professione» e come tale va affrontata.
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