Collezionisti: usi, costumi, emozioni

Giovedì prossimo, 14 maggio, la sala Maria Teresa, della Biblioteca Nazionale Braidense al 28 di via Brera, ospiterà alle 18 «Parliamo di collezionismo», un incontro che ruoterà attorno al libro I Collezionisti: usi, costumi, emozioni. Ne è autore Enrico Castruccio per le edizioni Persico di Cremona, info 0372.34906, marina@persicoeurope.it, con distribuzione e vendita affidata alla Cif (Commercianti italiani filatelici) di via Santa Maria Valle 5 a Milano, telefono 02.877139, info@unificato.it.
Sarà un momento interessante perché il mondo del collezionismo è un pianeta assolutamente a sé, popolato da figure che si muovono lungo sentieri che ricordano un po’ le Vie dei canti degli aborigeni celebrate da Chatwin, vie, tracce, fili che a occhio nudo non possono essere colti perché invisibili. Certo, ogni raccolta è composta da oggetti, salvo le eccezioni come quando Indro Montanelli raccontava come ci fu chi impazzì cercando di disegnare un fischio, ritrovandosi senza volerlo collezionista, in manicomio, di foglietti pieni di ghirigori.
Non si tratta, se c’è una vera passione, di mettere insieme più tazzine da caffè di chiunque altro o farfalle, francobolli, gettoni, trenini, dischi dei Beatles... Ma di dare una logica al lavoro, di ordinarlo nel tempo, di sapere cosa veniva prima e, possibilmente, di divinare cosa verrà dopo, nella speranza che la collezione sopravviva al suo creatore. Sì, perché molto spesso vive solo o soprattutto nella testa del collezionista. Morto lui, morta la raccolta perché più è profonda e vera e più appartiene a una sola figura che spesso ne fa una ossessione al confini del delirio.
Giovedì alla Braidense parleranno, moderati da Enrico Castruccio, Michele Bonuomo (direttore di Antiquariato), Paolo Manazza di ArtsLife, Mauro Chiabrando, condirettore di Charta, già responsabile del Curioso, infine Mariachiara Spallanzani di Collezionare. Trascrivo dal comunicato: «Di libri sul collezionismo ce ne sono tanti; è raro trovarne uno che non si limiti a un determinato genere di collezione, ma che invece tenti di descrivere e interpretare organicamente l’intero fenomeno», sforzo sostenuto da Castruccio, lui stesso collezionista e autore di tanti articoli e tanti altri libri nei quali si è interessato di questa o quella raccolta.
Quest’ultima fatica abbraccia l’intero pianeta collezionismo dopo avere vissuto e studiato le varie tribù di raccoglitori e custodi di gioielli che a volte sono tali solo per chi appartiene a quel gruppo. Per dire, l’editore, Alberto Persico, colleziona calendari, ne possiede oltre duemila che coprono un arco temporale di ottocento anni.
Venti capitoli, il tredicesimo affronta l’aspetto più controverso e a volte triste: la valutazione.

Quanto vale quella assurdità che piaceva tanto a mio marito, ora in cielo? Un collezionista lo sa (o, almeno, dovrebbe saperlo), chi gli vive attorno non sempre, tanto che alla scomparsa del demiurgo gli eredi, se non contagiati dalla stessa febbre passionale, sperano di diventare ricchi vendendo tutto. E le disillusioni abbondano.

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