Colli: "La Carlucci? Ha tradito Silvio tre volte"

La senatrice: "Lui l'ha fatta crescere come donna e l'ha fatta diventare sindaco e deputato"

Colli: "La Carlucci? Ha tradito Silvio tre volte"

Una carriera artistica costellata di successi, un marito come Giorgio Gaber, un impegno politico nelle file, prima di Forza Italia e poi del Pdl, che l’ha portata a diventare per due volte assessore al Comune di Milano, presidente della Provincia di Milano, parlamentare europea, deputata e oggi senatrice. È Ombretta Colli, una delle donne del centrodestra più combattive e coerenti.
Per questo motivo raccogliere il suo sfogo sui traditori e sulle traditrici che hanno pugnalato Berlusconi può essere, come dire, illuminante. «L’ho presa malissimo. Diciamo che ho assistito a questi voltafaccia con sorpresa e sbigottimento - esordisce la senatrice Colli - perché sono avvenuti proprio nel momento in cui stavamo cercando di recuperare terreno, dopo tutto ciò che ci era caduto addosso in questi ultimi mesi e, in secondo luogo, perché, a mio avviso, dopo anni che militi in un partito vederti girare le spalle da chi ha condiviso con te un impegno e un percorso politico, è stato uno choc. Non me la sento di entrare nel merito delle ragioni personali che hanno spinto a cambiare strada chi era al nostro fianco, mi limito a dire che, come in ogni buona famiglia, quando si attraversa un periodo difficile, queste difficoltà vanno affrontate tutti insieme. Si risolvono nelle riunioni di partito, nei faccia a faccia, non con i voltafaccia».
Fatto sta che in quella che Ombretta Colli definisce «buona famiglia», c’era fino a ieri anche una collega del mondo dello spettacolo, quella Gabriella Carlucci, subito bersagliata sui siti internet da una catena di commenti impietosi per il suo tradimento. «Quelle cose che sono uscite in internet non fanno certo onore a chi le ha scritte e pensate. Quindi - puntualizza Ombretta Colli - non posso condividere certe definizioni con cui la Carlucci è stata catalogata. Ma non posso neanche fare a meno di osservare che il comportamento della Carlucci è la prova che anche nel mondo dello spettacolo, prima ancora che nella politica, ci sono differenti modi di interpretare parole come serietà e impegno. La collega del “rutilante mondo dello spettacolo” ha dato un cattivo esempio che mi lascia basita. Ha mollato nel momento del bisogno. È come se un attore con qualche linea di febbre decidesse di piantare in asso un regista e un produttore che stanno mettendo in un progetto tutte le loro energie e le loro risorse economiche. E se le parole impegno e serietà valgono, come dovrebbero valere, nel mondo dello spettacolo, io mi chiedo se non debbono contare ancora di più quando ci sono in ballo le sorti e il futuro del nostro Paese. Non siamo in una fiction o in un varietà, noi che sediamo in Parlamento dobbiamo pensare che siamo lì per fare l’interesse dell’Italia. Vede, io non me la sono sentita di parlare a Gabriella, ho troppo magone per quel che ha fatto. Ma adesso le direi che ha sbagliato perché non si ripaga con un voltafaccia la persona da cui hai avuto molto, la persona che ti ha offerto un pacchetto di opportunità straordinarie, che ti ha aiutato a crescere come donna, a diventare deputato per tre legislature e anche sindaco. Sono chance che non capitano tutti i giorni e invece di considerarle un grande tesoro lei che cosa fa? Va via nel momento in cui sa che fa del male».
Si sfoga la senatrice Colli e dalle sue parole traspaiono non soltanto delusione e amarezza ma anche e soprattutto il suo profondo senso civico e istituzionale. «Il mio giudizio sulla persona Gabriella Carlucci resta sospeso, diciamo in stand-by. Ma, politicamente parlando, io trovo profondamente ingiusto che un parlamentare eletto in una determinata forza politica possa decidere così, di punto in bianco, di passare a un altro partito. Questo non si dovrebbe poter fare perché i voti sono importanti, sono frutto di una scelta dell’elettorato e come tali debbono venire rispettati. La Carlucci vuole militare in un altro partito? Allora io dico che i voti se li deve guadagnare».
Viene da fare una riflessione ad alta voce, politicamente parlando, per carità: chissà se un uomo e una donna hanno un modo differente di tradire il loro leader? «Gli uomini in politica - suggerisce Ombretta Colli - quando si muovono è perché hanno sempre delle strategie in testa per il medio e lungo termine. La donna che fa politica invece, come ogni donna, guarda all’oggi, guarda ai problemi pratici del momento.

In questo senso, in politica questa unione di ottiche differenti, per la sua complementarietà, dovrebbe portare a ottimi risultati. L’unico rischio di cui tener conto è che le donne, nell’attuare le loro scelte, sono un poco più subdole. Ma solo un poco...».

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