Ci sarebbe voluto un autentico colpo dala, una maggioranza inventiva al posto di usurati ripetitori come DAlema, Marini e soprattutto Prodi. Ci sarebbe voluta una formula nuova e coraggiosa con risposte di rinnovamento al Paese. Se soluzioni di ordinaria dialettica come quelle tedesche, con intelligenza e fantasia, reggono a Berlino, perché non potrebbero reggere a Roma, tra cattolici, socialisti-democratici e popolari, senza reciproche animosità o cattiverie? È una necessità che non può essere mistificata. «Io amo lItalia. Ma gli italiani la amano?», disse il Poeta. Ma la amano con il rinnovamento?
Basta coi vecchi giochi di potere e coi vecchi tradimenti, come tra DAlema e Prodi, come tra vecchi catto-comunisti e neo-comunisti. Entrambi vadano finalmente al cantone come a loro spetta da tempo. Anche le elezioni politiche generali sarebbero una cura incompleta. Bisogna cambiare un programma con idee nuove e forze non usurate. Non alla maniera della vecchia Dc che si rinnova senza cambiare niente. È invece necessaria una svolta che si rinnovi dal profondo, dallinizio di un programma. Capisco che lattuale presidente della Repubblica ne rimarrebbe almeno sbigottito, ripetitivo comè e senza fantasia. La legislatura sarebbe senza fine utile e senza sbocco. È necessario un nuovo coraggio. Non è stato forse suggerito dopo le ultime elezioni un cambiamento di nuove e grandi alleanze come quelle proposte da Forza Italia?
La questione non è a Palazzo Chigi solamente, ma al Quirinale. Sembra per ora non solubile, ma invece bisogna che i partiti premano perché si realizzi un cambiamento che sembra drammatico solo al Presidente Napolitano. Può esserlo se limmaginazione non va al di là di una mente statica e senza fantasia come noi immaginiamo quella del comunista togliattiano che sta ora a Palazzo del Quirinale: una statua di marmo senza avvenire.
Il Papa da tempo ripete che bisogna proteggere e rinnovare il matrimonio culturale e spirituale della famiglia e non inventare una nuova famiglia fondata sui Pacs. Già questo sarebbe un avvenire grande e spazioso, come la lotta contro leutanasia, anziché la «colpa» presunta del cardinale Ruini per lesa maestà, del governo.
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