Il Comune cancella «Zena» dai cartelli stradali

Il Comune cancella «Zena» dai cartelli stradali

Leggere a caratteri cubitali «Zena» sopra un cartello turistico, posizionato all'ingresso del territorio comunale, resterà una fantasia. Il nome del capoluogo ligure è solo «Genova», e non sia mai che venga affiancato dal corrispettivo termine dialettale. Questo è stato deciso e votato dal consiglio comunale, nel corso dell'ultima seduta a palazzo Tursi. La mozione presentata dal capogruppo della Lega Nord Edoardo Rixi, che impegnava il sindaco e la giunta ad installare dei cartelli a carattere turistico, riportanti il toponimo in genovese «Zena», è stata bocciata, nonostante i 13 sì dell'opposizione e di alcuni consiglieri di maggioranza (Arcadio Nacini di Rifondazione, Salvatore Lecce, Angela Burlando e Franco Maggi dei Ds). A votare contro, tutti i 16 esponenti della sinistra, mentre tra gli astenuti il sindaco e il presidente del consiglio Emanuele Guastavino. «Nel 2004, anno in cui Genova era Capitale Europea della Cultura - spiega Rixi -, feci questa proposta perché ritenevo importante che venisse valorizzata la cultura locale. Allora mi venne risposto che ciò non era possibile, perché secondo il codice della strada non si potevano apportare modifiche ai cartelli. Ora invece, a distanza di tre anni quel divieto non esiste più. Le Istituzioni dovrebbero approntare tutta una serie d'iniziative atte a stimolare l'opinione pubblica a salvare il patrimonio culturale, le proprie tradizioni e la propria lingua, anche in conformità a quanto dettato dalla Risoluzione n° 192 del Consiglio d'Europa sulla tutela, la salvaguardia e la promozione delle culture e delle parlate locali».
Quello di Genova non sarebbe stato né il primo né l'ultimo caso in tutta Italia ad adottare cartelli bilingue indicanti la località. «Al di fuori delle Regioni a statuto speciale dove il bilinguismo è ufficializzato (Val d'Aosta e Alto Adige) - continua Rixi -, da anni, con una propria delibera, numerosi comuni si sono dotati di simili cartelli. È un esempio Magreglio a Como, Tavagnaccio a Udine, Finiscole e Luvula a Nuoro, Pragelato a Torino e altri ancora. Ad Alghero è in programma di denominare le vie di una nuova zona residenziale solo in lingua catalana, al fine di salvaguardare la cultura locale. Ma senza andare oltre i confini della Liguria, basta gettare uno sguardo ad Alassio, e vediamo che sopra i cartelli turistici c'è anche l'indicazione dilettale». Persino Giuseppe Pericu nel corso dell'acceso dibattito nella sala rossa di Tursi ha alzato bandiera bianca. «Da parte della giunta fino a qualche anno fa c'erano delle perplessità di carattere giuridico. Esisteva una circolare del prefetto del 1996 che vietava i cartelli bilingue. È vero però, che allo stato attuale, è stato cambiato il codice della strada e se il consiglio approverà la mozione, m'impegnerò a chiedere alla prefettura se sia possibile installare cartelli di questo tipo». L'impegno del sindaco però è svanito in un batter d'occhio, spazzato via dai voti contrari del consiglio. Mozione bocciata e addio buoni propositi.


Persino il consigliere di Rifondazione comunista Arcadio Nacini, solito a lasciarsi andare a battute in genovese, alla fine della discussione aveva optato per il si con una precisazione: «L'importante è che oltre alla scritta in dialetto rimanga a chiare lettere la parola Genova, proprio per venire incontro ai turisti che non saprebbero capire il significato di Zena».

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