Comunità montane, sprechi tra viaggi e tortelli

Comunità montane, sprechi tra viaggi e tortelli

da Milano

Le Comunità montane sono 356 e costano allo Stato 800 milioni di euro all’anno ma, dicono, ne vale la pena perché la difesa della montagna è imposta dalla Costituzione. Allora non si capisce perché la Comunità del Mugello debba occuparsi di centri commerciali, quella della Lunigiana di corsi di ginnastica dolce, quella del Casentino di concerti per la pace e altri «spettacoli di interesse per dar voce a chi non ce l’ha». E la montagna?
La Comunità dell’Appennino reggiano è orgogliosa di «animare la primavera» con una lunga serie di iniziative e lo dimostra raccogliendole in «un libretto con una grafica accattivamente» e descrivendole con lirismo degno di miglior causa: «Prelibatezze non solo gastronomiche (torte di patate, uova colorate, tortelli, salami...) ma anche culturali, musicali, d’arte e di sport, di una natura che sboccia di nuovo nei suoi colori e nei suoi profumi e che va vista e “camminata”». Avete letto bene: natura camminata.
La Comunità della bassa valle di Susa e val Cenischia spende quest’anno 5mila euro per «sostenere le bande musicali», 2mila per i progetti del Coordinamento Comuni per la pace, 2mila per istituire «un marchio per gli eccellenti dolci della valle» e 16mila per la quinta edizione della rassegna «Arte e artigiani della valle di Susa».
A distribuire questi finanziamenti sono le assemblee delle Comunità montane. Sono formate dai consiglieri designati dai Comuni del territorio. Tra loro vengono scelti il presidente e gli assessori dell’ente. Per esempio la Comunità di Valle Camonica ha la bellezza di 125 consiglieri, che si aggiungono a un presidente, 9 assessori e 11 commissioni. Indennità e gettoni di presenza sono parametrati su quelli dei Comuni.
Con generosità e cura i consiglieri provvedono al proprio comfort. La Comunità montana Triangolo lariano ha stanziato 30mila euro per «adeguare gli impianti di diffusione audio-video nella sala dell’assemblea e sistemare l’ingresso con una parete in cartongesso».
La Comunità Montana Riviera di Gallura (11 Comuni di cui tre montani e otto costieri: non sarebbe meglio chiamarla comunità costiera?) ha destinato circa 50mila euro per arredare la sala riunioni. Nel bando per la fornitura di mobili e attrezzature, i consiglieri dimostrano di avere le idee molto chiare. Pretendono «scrivanie in legno massello a lavorazione artigianale e inserto da scrivano in pelle verde Senato inserito nel piano» e «poltroncine in tessuto renna, colore verde Senato (è proprio un’ossessione, ndr), braccioli in poliuretano con inserti in legno verniciato, alzo gas movimento decentrato, scocca unica in multistrato di pioppo o faggio curvato, regolazione in altezza tramite pistone idraulico anti-choc» per il mal di schiena.
Naturalmente poltroncine con schienale basso per i consiglieri, alto per il presidente. Una ventina con scrittoio. E nella parte frontale delle scrivanie intagli raffigurante lo stemma degli undici Comuni membri dell’ente.
La Comunità gallurese è molto attiva sullo scenario internazionale. Per promuovere il turismo in Sardegna, organizza workshop a Stoccolma, a Londra, in Germania e in Svizzera, allaccia contatti con i circoli sardi sparsi nel mondo e prepara una missione in Cina.
La Comunità dell’Appennino faentino coltiva un gemellaggio con Limoges e i Comuni della Comunità L’Aurance et Glane. Nel dicembre scorso, una delegazione romagnola ha trascorso cinque giorni oltralpe. Tema della visita: «Le lotte sociali nel Limousin all’inizio del XX secolo». Quattro anni fa, un altro viaggio in Francia aveva avuto motivazioni socialmente meno impegnate: partecipare al 14° Torneo internazionale di calcio Jeunes de Pentecoste di Nieul a Couzeix.
L’apertura al resto del mondo è patrimonio anche di altre comunità montane. Quelle toscane della Mediavalle e della Garfagnana hanno promosso, con altri enti e associazioni, una serata di solidarietà per raccogliere fondi per l’acquisto di apparecchiature mediche da destinare all’ospedale Sagrado Corazon de Jesus di Basavilbaso, provincia di Entre Rios, Argentina. La Comunità Terminio Cervialto è appena volata a New York per organizzare un concerto musicale dedicato agli irpini d’America.
Non meno rilevanti gli interessi in campo economico. La comunità del Casentino dichiara partecipazioni in dieci società per azioni, da Arezzo Innovazione (sviluppo settore manifatturiero) a Fidi Toscana (agevolazioni nell’accesso al credito). Ciascuna, naturalmente, dotata di sedi, strutture, e Consigli di amministrazione.
La Comunità Molise centrale era azionista di una società, la Sea, che si occupava tra l’altro della raccolta differenziata dei rifiuti. Con risultati fallimentari e deficit di 150mila euro al mese. Una sanguisuga. Marco Petti e Antimo Aiello, consiglieri comunali di Campobasso, hanno denunciato «assunzioni ingiustificate e un terzo di spese futili».


Che c’entra tutto questo con la montagna? Dopo i radicali Maurizio Turco e Sergio D’Elia, anche Osvaldo Napoli (Forza Italia) vuole aprire la questione in Parlamento. Ma Ds e Margherita l’hanno già chiusa: nei recenti congressi, hanno approvato due mozioni-fotocopia per rafforzare poteri e competenze delle Comunità montane.
giuseppe.salvaggiulo@ilgiornale.it

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