Il baronetto Paul McCartney ha declinato l’invito: no grazie, a San Siro non suono. E c’è da capirlo perché le star che si sono esibite nello stadio di Milano sono finite addirittura davanti a un giudice per colpa del rock, che tradotto in asettici indici fonometrici incuranti dell’arte diventa decibel di troppo e quindi fastidioso rumore. L’ultima vittima internazionale è stato Bruce Springsteen. Era il maggio del 2008 e tra una nota e l’altra è scattata la denuncia in tribunale. Ma le polemiche sono continue e i guai del Comune permanenti quando appaiono all’orizzonte ugole e percussioni di peso e poco importa se a sgolarsi sul palco è Vasco o Ligabue, Lenny Kravitz o i Subsonica.
A dare maggiore libertà di manovre ai Comuni arriva una proposta di legge regionale, che modifica le attuali norme vigenti in materia di inquinamento acustico. «Agli eventi di particolare risonanza internazionale e rilevanza per l’immagine della Lombardia si applica un regime di deroga ai limiti di rumore, cui si conformano le autorizzazioni comunali relative a tali eventi» si legge nel progetto di legge approdato in commissione Bilancio. Sarà la giunta a definire le caratteristiche che dovranno avere i concerti per essere considerati «grandi eventi» meritevoli di uno strappo alla regola.
La firma sotto il provvedimento è del presidente della Regione, Roberto Formigoni, che in campagna elettorale aveva promesso ai giovani e al mondo della musica un aiuto per non far perdere attrattività alla Regione. Scelta tutt’altro che sorprendente per il primo governatore a farsi un’emittente web, radioformigoni.it. «La burocrazia frena libere manifestazioni ed espressioni artistiche, come un grande concerto rock» si legge nell’appassionata relazione tecnica che accompagna la proposta di modifica alla legge regionale sull’inquinamento acustico.
La Regione parla di «danno dell’immagine per la Lombardia che vede il rischio di vedersi esclusa a beneficio delle Regioni confinanti dal circuito di eventi di rilevanza internazionale e grande risonanza mediatica». A parte il diniego dell’ex beatle, vale anche il caso di Bruce Springsteen che l’anno successivo ha preferito il torinese Delle Alpi allo schifiltoso San Siro.
«Non è una deroga assoluta e non è a rischio la salute pubblica, ma si evitano le pastoie burocratiche: si potranno evitare nuovi casi Springsteen» spiega Marcello Raimondi, assessore ad Ambiente, Energia e Reti. Palazzo Marino, come gli altri comuni della Lombardia, manterranno la loro autonomia decisionale, ma la legge regionale offre uno strumento in più per evitare contenziosi: «È il Comune che rilascia l’autorizzazione, ma noi gli diamo la possibilità di farlo, consentendo anche di mantenere i grandi eventi internazionali in Regione. La giunta regionale farà poi una regolamentazione più stringente per definirli, tenendo conto del carnet dell’artista, se cioè si esibisce raramente, se si tratta della prima esibizione in Italia o di una delle poche in Europa, e tenendo conto anche delle dotazioni tecnologiche».
Resta da capire se i cantanti italiani si sentiranno discriminati.
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