Era già accaduto più volte nei giorni scorsi, causando ogni volta ritardi nei lavori dei soccorritori, che ancora cercano i corpi degli ultimi dispersi della Costa Concordia. E oggi è accaduto di nuovo. La nave, seppur di poco, ha ripreso a muoversi. Lo scafo si è spostato leggermente durante la notte, di circa dieci millimetri l'ora. E ora i tecnici della Protezione Civile si domandano quale sia la causa.
Le risposte potrebbero essere diverse. Ma il fatto che i movimenti si registrino sempre di notte fornisce agli esperti un indizio piuttosto preciso. L'ipotesi che si sta vagliando in queste ore è che i movimenti dello scafo siano da ricondurre direttamente agli effetti della marea. O siano causati dalla forte escursione termica a cui il relitto è soggetto. Si cerca una spiegazione dunque. E nel frattempo le ricerche vengono brevemente interrotte, per scongiurare qualsiasi pericolo per quanti stanno lavorando al Giglio. Di fianco al relitto rimangono solo alcune motovedette, per monitorare la situazione. Ma lo stop dura poche ore.
Le operazioni ripartono, concentrandosi sul ponte 4 e sulla parte emersa dello scafo. Nel tratto di mare intorno al relitto inizia l'operazione di "bunkeraggio" della Concordia, con l'invio in mare di due grossi blocchi di cemento da 54 tonnellate e di due boe d'acciaio. Già questa sera potrebbe arrivare il via libera alle operazioni di estrazione del carburante dalle casse del relitto.
Il commissario delegato all'emergenza, Franco Gabrielli, delinea il bilancio del naufragio. Dodici le vittime ritrovate finora, di cui otto già identificate, mentre quattro rimangono ancora senza un nome. Il capo della Protezione Civile, in conferenza stampa al Giglio, invita tutti alla prudenza e a non fare confusione sui dati divulgati ufficialmente. I corpi ritrovati sulla Costa - spiega - non possono essere tolti automaticamente dal conteggio dei dispersi, motivo per il quale sarebbe bene "astenersi da operazioni di sottrazione matematica", che non fanno altro che confondere le idee. È il caso di una cittadina ungherese, che sarebbe stata imbarcata, ma non registrata sulla Costa Concordia.
Gabrielli ha anche negato che le acque del Giglio siano state interessate da contaminazione ambientale, o meglio a precisato che se contaminazione c'è stata, non ci sono però rischi per lasalute, parlando di "test di tossicità condotti dall'Arpat con una campionatura mirata su una serie di sostanze specifiche", che hanno riportato dati negativi. Bersagli principali dei test di tossicità il tratto di mare immediatamente vicino al relitto e quello dove si trova il dissalatore che assicura all'isola l'approvvigionamento idrico. Unici due dati positivi, ma poco preoccupanti, quelli relativi a "elementi tensioattivi", e quindi ai detersivi, e alle "sostanza coagulate", utilizzate per la disinfezione, o nelle piscine. Anche sul versante degli idrocarburi i test non avrebbero rivelato nulla di anormale rispetto a quanto ci si possa aspettare da un'area portuale. Poi Gabrielli lancia un dubbio: "Potrebbero esserci stati clandestini a bordo della Costa Concordia".
Continuano i misteri: sarebbe scomparso il computer del comandante Francesco Schettino che, secondo alcuni testimonil sarebbe stato dato a una donna.
Nel pomeriggio i soccorritori hanno ritrovato nella Concordia il corpo di una donna. Si tratta della tredicesima vittima accertata dal giorno del naufragio. Nessuno dei cadaveri ritrovati apparterrebbe a persone non registrate a bordo.
Il Codacons, in collaborazione con due studi americani: Napoli Bern
Ripka Shkolnik LLP e Proner e Proner, ha lanciato una class action contro la Costa e la Carnival, diretta a far ottenere ai passeggeri dell’imbarcazione il risarcimento per tutti i danni subiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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