Condannato a 42 anni di carcere l'uomo che investì Alice Gruppioni in viaggio di nozze negli Usa

La famiglia Gruppioni ha un'altra partita aperta: la causa contro la Contea e la città di Los Angeles, che non avrebbero garantito sufficiente sicurezza sul lungomare di Venice Beach

Condannato a 42 anni di carcere l'uomo che investì Alice Gruppioni in viaggio di nozze negli Usa

Passerà in carcere da un minimo di 42 anni fino all'ergastolo.

Si è chiuso con la lettura di una sentenza durissima da parte del giudice della Superior Court di Los Angeles Kathryn Solorzano il processo a Nathan Campbell, spacciatore quarantenne che il 3 agosto di due anni fa travolse e uccise Alice Gruppioni, imprenditrice dirigente della Sira Group, in viaggio di nozze in California.

Alice, 32 anni, stava tranquillamente camminando con il marito Christian Casadei sul celebre lungomare pedonale di Venice Beach, quando la Dodge guidata da Campbell piombò improvvisamente sulla folla ferendo 17 persone e cancellando il futuro di una coppia che si era sposata venti giorni prima a Pianoro, comune del primo Appennino bolognese.

"Abbiamo sempre saputo che la giustizia, anche se fatta, non lenisce il dolore personale di ognuno di noi. Ci sentiamo vuoti: senza quei sogni e quelle speranze che facevano da pilastro alla nostra vita", commenta oggi con tristezza il marito.

L'accusa durante il processo aveva chiesto la pena di morte, ma la giuria aveva dichiarato l'imputato, un pregiudicato originario del Colorado, colpevole di omicidio di secondo grado, la seconda tipologia per gravità del 'murder' nell'ordinamento americano, che prevede al massimo il carcere a vita.

Lui, Cambpell, in aula ha letto una lettera in cui ha chiesto scusa, ma ha insistito nel sostenere di non aver agito intenzionalmente. "Quello che è successo è un incubo di cui sono responsabile", ha detto. Il giudice però ha ripreso l'imputato, dicendo che ha dimostrato un assoluto disprezzo per la vita umana e che quello che è successo poteva essere evitato: bastava fermare l'auto. Proseguire è stata una scelta consapevole.

Secondo quando sostenuto dal procuratore distrettuale Victor Avila, infatti,

Campbell agì così perchè arrabbiato per aver pagato 35 dollari una dose di metanfetamine ad uno spacciatore, che sarebbe scappato. Campbell lo avrebbe riconosciuto tra la folla e avrebbe cercato di andargli contro con la Dodge.

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