Il centenario della Grande Guerra (1914-1918), che precede di un anno la ricorrenza dell'ingresso dell'Italia nel primo conflitto mondiale, è anche la prima grande occasione per riscoprire le tracce di una memoria condivisa delle popolazioni europee che vi furono coinvolte, superando vecchi nazionalismi e una visione unilaterale di vicende ormai decantate dalla prospettiva storica. E questo si riflette in maniera molto positiva anche nello spirito del tutto nuovo e internazionale che anima i pellegrinaggi e le visite turistiche vere e proprie nei territori di confine che furono teatro di sanguinose battaglie ed estenuanti guerre di posizione.
Le iniziative si moltiplicano a tutti i livelli istituzionali nelle quattro regioni direttamente implicate nel conflitto sul fronte italo-austriaco: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Quest'ultima, in particolare, ha costruito con la vicina Slovenia un programma di promozione congiunta dei luoghi della memoria che permetterà nei prossimi mesi e anni di esplorarli in modo consapevole, più o meno organizzato, facendo tappa nei siti e nelle località simbolo, trincee comprese, a partire dal Carso e dalla Valle dell'Isonzo, ma allargando la conoscenza alle aree circostanti, interessanti anche sotto il profilo naturalistico, culturale e, perché no, enogastronomico, alla confluenza delle tre grandi correnti culinarie mitteleuropea, veneta e slava.
Un ideale percorso, per noi italiani, può prendere le mosse da Gorizia e dal suo corrispettivo sloveno Nova Gorica. La città frontaliera, emblema di per sé della coesistenza, oggi in pace, di etnie lingue e tradizioni diverse ma fortemente intrecciate, ospita un Museo della Grande Guerra che ha ben novant'anni di storia e ha saputo rinnovarsi profondamente nelle ultime decadi, abbandonando l'antica impostazione irredentista per assumere un punto di vista moderno, imparziale e antiretorico, che pone al centro l'esperienza della guerra vissuta dai soldati, indipendentemente dalla loro divisa, e dalle popolazioni civili.
Non a caso proprio Gorizia è stata scelta come sede della prima Borsa Europea del Turismo della Grande Guerra. In programma dal 23 al 25 maggio, sarà un'occasione unica per presentare in modo unitario le iniziative per il periodo 2014-2018 promosse dalle tante mete turistiche legate ai luoghi della memoria, sia in Italia sia dai territori degli altri fronti e paesi coinvolti nel primo conflitto mondiale.
Dopo aver abbracciato, con uno sguardo d'insieme, il monumentale Sacrario di Redipuglia, nel territorio della vicina Monfalcone si arriva al Parco tematico: un museo all'aperto che immette direttamente il visitatore in una zona di guerra conquistata, persa e riagguantata più volte dall'esercito italiano tra l'estate del 1916 e il maggio del 1917.
A Brestovec (Slovenia), sull'altipiano carsico a poca distanza dalla cima del Monte San Michele, il Percorso storico-didattico inaugurato solo un anno e mezzo fa attraversa la linea trincerata e permette una riflessione critica «sul campo», godendo anche, accompagnati dalle guide, di uno spettacolare panorama.
Altre mete possibili nei dintorni sono il Monte Cerje, con il belvedere e il monumento dedicati ai difensori della terra slovena, la visita al Monte Sabotino, con il Parco e il «Sentiero della pace», e quella sulla cresta del Kolovrat, terza linea di difesa italiana oggi ripristinata come museo all'aperto. Tappe quasi obbligate sono poi Kobarid (Caporetto), con il Kobariki muzej dedicato ai combattimenti in alta quota sulle Alpi Giulie (oltre che alla storica battaglia) e la deliziosa Chiesa commemorativa di Santo Spirito eretta dai soldati austroungarici a Javorca, raggiungibile solo a piedi. Ma i siti e gli spunti turistici naturalmente sono molti di più. Gli 11 pacchetti presentati alla Bit da Friuli Venezia Giulia (www.turismofvg.it) e Slovenia (www.slovenia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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