Conflitto d’attribuzione, primo round al Cav

MilanoUn conflitto di attribuzioni dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale (ma solo in via preliminare), e un secondo che potrebbe essere sollevato dalla presidenza del Consiglio. Due nuove tappe del processo per i diritti tv Mediaset, che a Milano vede imputato per falso in bilancio e frode fiscale il premier Silvio Berlusconi, si consumano ieri. Lo scontro, in entrambi i casi, si accende con la richiesta avanzata dei legali del Cavaliere di rinviare due udienze (la prima è del marzo 2010, la seconda di ieri) per legittimo impedimento. Respinta dai giudici.
Un anno e mezzo fa, la prima sezione penale del tribunale di Milano non aveva ammesso il legittimo impedimento per il capo del governo, impegnato in una riunione del Consiglio dei ministri. Palazzo Chigi, dunque, aveva chiesto alla Consulta di annullare quella decisione. Ed è di ieri il nulla osta degli ermellini, anche se la discussione nel merito arriverà solo tra qualche mese (verosimilmente, l’udienza per la trattazione del conflitto si terrà prima della prossima estate). Ma il nodo potrebbe riproporsi per la nuova richiesta di legittimo impedimento avanzata ieri dall’avvocato Piero Longo, legale di Berlusconi. Il premier, fa sapere Longo, non era in aula perché impegnato in un colloquio istituzionale con il primo ministro macedone. Ma - ribatte il pm Fabio De Pasquale, che si è opposto alla richiesta della difesa - si sarebbe potuto organizzare quell’incontro «in mattinata o tarda serata». Si domanda, De Pasquale, se «fosse necessario fissare un incontro che va a sovrapporsi con questa rogatoria».

«Gli incontri tra i capi di governo non sono come quelli tra amici», replica Longo. Il presidente del collegio Edoardo D’Avossa non sospende l’udienza. «L’interesse prevalente», spiega, è di svolgere la rogatoria «avviata quattro anni fa» per sentire un testimone in videoconferenza da Montecarlo.

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