Conte inguaiato: "L’allenatore sapeva di due combine"

L’informativa dello Sco getta una luce sinistra sul Siena I racconti del pentito Carobbio: «Otto le gare aggiustate»

Il mister (Conte), destinato ad altri lidi (Juve), voleva pareggiare. Il presidente (Mezzaroma) addirittura perdere in casa. Ad oggi la situazione del Siena è quella più delicata fra le tante dell’inchiesta di Cremona. Otto le partite sospette, quattro in particolare in fortissima odore di combine, tutte relative alla stagione scorsa conclusa con il trionfale ritorno in serie A. E un’informativa di 25 pagine dello Sco getta una luce sinistra sulla società toscana. Secondo i riscontri, e i decisivi racconti del «pentito» Filippo Carobbio (ex Siena) nei match sospetti erano coinvolte società, dirigenti e tecnici. A cominciare da Conte, indagato e perquisito, che firmò a Torino l’indomani dell’ultimo presunto match taroccato. Per finire al presidente Massimo Mezzaroma, anch’egli perquisito e indagato, che per Carobbio avrebbe sondato il terreno con alcuni giocatori per combinare col Varese scommettendo sulla sconfitta dei suoi (che però vinsero 5-0). Nei 4 incontri «incriminati» - scrive lo Sco - il «risultato finale sarebbe stato condizionato da precedenti accordi intercorsi tra rappresentanti (dirigenti, tecnici) delle società contrapposte, per conseguire reciproci vantaggi di classifica (...). Per il Siena in più occasioni, l’alterazione delle gare calcistiche, non era solo frutto dell’infedeltà di tesserati corrotti, ma sarebbe stato indirizzato da vere e proprie direttive, espresse da organi dirigenziali o tecnici della compagine calcistica, che, in più occasioni, avrebbero direttamente concordato a tavolino il risultato finale dell’incontro, mirando al conseguimento di un vantaggio sportivo in classifica». Risultato? Un «contesto di diffusa illiceità», sotto il profilo penale e sportivo. Le partite più discusse sono Novara–Siena 2-2, Siena-Torino 2-2, Siena-Varese 5-0 e Albinoleffe-Siena 1-0, ma ci sono anche Siena-Ascoli 3-0, Siena-Piacenza 2-3 («combinata con gli zingari e con Gervasoni per un over - rivela il pentito Carobbio - io avevo giocato ma non mi ero accorto di nulla») Modena-Siena 0-1 e la «già nota» Siena-Sassuolo 4-0.

NOVARA-SIENA, ACCORDO PER LA X

È la prima partita che «inguaia» Conte. Ci pensa Carobbio che in Figc rivela: «Ci fu un accordo per fare finire la gara in parità, ne parlammo durante la riunione tecnica, eravamo tutti consapevoli del risultato, soprattutto per come comportarsi di conseguenza nella gara; lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio (...). Drescnek del Novara venne nel nostro hotel e parlò con Vitiello. Fu il primo contatto». Il pentito Gervasoni - annota lo Sco - dà riscontro: «Carobbio ha dato a Gegic l’informazione che le due compagini avevano raggiunto un accordo con riferimento ad un over». E Carobbio ri-conferma: «I giocatori hanno appreso dell’accordo in occasione della riunione tecnica che ha preceduto la partita. In sostanza Conte si limitò a dire che avremmo pareggiato la partita e che era stato raggiunto un accordo per il pareggio»

SIENA-TORINO, IL «BISCOTTO»

Il pareggio (2-2) assicura al Siena la promozione. Gervasoni però rivela: «Fui contattato da Pellicori del Torino, che aveva giocato con me a Mantova: mi chiese se c’era la possibilità, tramite Gegic, di un accordo per un Over con un pareggio (che sarebbe servito ad entrambe le squadre). Penso che Pellicori fosse d’accordo quantomeno con qualcuno dei suoi compagni. Per Gegic la quota era troppo bassa e non era opportuno un intervento degli zingari». E Carobbio, ritrova la memoria perduta in procura federale. Fu un «risultato scontato» che «si respirava nell’aria». E così «senza neanche bisogno che ci fosse un input da parte dell’allenatore, scesi in campo per la ricognizione, prima di entrare negli spogliatoi, cercammo di metterci d’accordo con gli avversari». Non parlai con nessuno. I miei compagni mi dissero che l’accordo era stato raggiunto». Pareggio annunciato, ma non a reti bianche. «Colpa» della punta Calaiò, spiega Carobbio: «Col Novara e col Torino, per quanto intendessimo fare un pareggio a reti inviolate, è finita che Calaiò ha segnato due reti a partita costringendo a rivedere in alto il risultato numerico del pareggio. Ha segnato un non voluto 2-1 provvisorio sia nella prima che nella seconda».

SIENA-VARESE COL BOTTO

La combine per il pareggio, secondo Gervasoni tentata da lui su input del varesino Pesoli (che in cambio avrebbe accettato di «combinare» la successiva Varese-Piacenza) con Carobbio, salta perché quest’ultimo «mi disse che non potevano fare nulla in quanto si trattava dell’ultima partita in casa del Siena con Conte come allenatore» che voleva chiudere in bellezza. Carobbio conferma. E dice: «Giorni prima della partita il portiere del Siena Ferdinando Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto: poco prima, fuori gli spogliatoi, era stato avvicinato da una persona vicina al Presidente che gli aveva chiesto se c’era la possibilità di perdere». L’emissario, di cui Carobbio non ricorda il nome «gli aveva detto che il Presidente (Mezzaroma, ndr) voleva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta. La squadra oppose un netto rifiuto (…) In seguito ho appreso da Stellini (ex vice di Conte che ha seguito alla Juve) che la proposta era stata fatta da Mezzaroma anche allo staff tecnico e che anche loro si erano rifiutati»

UN KO PRO ALBINOLEFFE

Dubbi dello Sco anche sull’ultimo match «lasciato» all’Albinoleffe che così arriva ai play out e poi si salva. Secondo Carobbio, la combine nasce alla fine del match d’andata, quando Stellini incarica lui e Terzi di prendere accordi per il ritorno, per lasciare i tre punti alla squadra che ne avesse avuto più bisogno. «Alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe», verbalizza Carobbio, tirando in ballo Conte e società: «È evidente che poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente. Nel caso di specie ricordo di averne anche parlato con Daniele Faggiano, dirigente, braccio destro di Perinetti».

Carobbio racconta poi di un incontro successivo in hotel con Sala, Passoni e il mister bergamasco Paoloni per definire la vittoria dell’Albinoleffe. Paoloni e Passoni, ascoltati dalla procura federale, hanno confermato le dichiarazione di Carobbio.

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