Contro le morti bianche un «satellitare» per ciascun muratore

Muratori dotati di una sorta di «satellitare», seguiti nel corso della loro giornata lavorativa attraverso un micro chip che invierà la loro esatta posizione a un monitor sorvegliato dal capo cantiere. Il progetto, presentato durante il primo Forum brianzolo sulla sicurezza, verrà utilizzato, per la prima volta in Italia, dai lavoratori impegnati nell’ampliamento del Tribunale di Monza.
Un primo passo verso una soluzione concreta per contenere lo spaventoso numero da infortuni sul lavoro. Nel corso del 2009 ci si sono stati in Italia circa 800mila infortuni con 1.080 morti anche se, nei dati forniti dall’Inail, sono calcolati anche i decessi nel tragitto da e per il luogo dell’impiego. I morti sul posto di lavoro sono stati in realtà 573, il 10 per cento in meno rispetto ai 639 dell’anno precedente. Poco meno di un terzo, 164 per la precisione, solo nel settore edile, che registra invece l’aumento del 22 per cento rispetto il 2008.
Per cercare di contenere questa strage silenziosa adesso scende in campo anche la tecnologia. Al cantiere aperto per ampliare il palazzo di giustizia brianzolo di via Solera, arriva infatti il chip salva-vita. Un esperimento, primo in italia, che presto sarà ampliato all’intera provincia. Monza, antesignana anche stavolta, come dodici anni fa. Correva il 1998 quando in anticipo sui tempi Comune e parti sociali bruciarono le tappe sottoscrivendo un patto che voleva azzerare infortuni e lutti. Anche con blitz a macchia d’olio nei cantieri cittadini con un’arma in più: il monitoraggio del personale delle aree a rischio del cantiere, a cui si accede con dotazioni di sicurezza potenziate.
«Fatti e non chiacchiere, allora come ora», dice Osvaldo Mangone, assessore comunale ai Lavori pubblici, ideatore, insieme ai sindacati e all’azienda che si è aggiudicata la commessa, la cooperativa Ccl di Sesto, del nuovo accordo. In questi giorni vengono dunque distribuiti ai 50 muratori una schedina minuscola, simile alla sim di un cellulare, che li disporrà come puntini su una gran mappa controllata a vista dal capo-cantiere e dallo schermo di un computer che dà l’allarme se qualcosa non è in regola. Fantascienza? «No, realtà», aggiunge l’assessore orgoglioso.


La firma del documento è stata messa al Saint Georges Premier, nel corso del primo Forum brianzolo sulla sicurezza del lavoro, organizzato da Ab & Com, con Comune e Provincia in prima linea. Un incontro a cui hanno partecipato anche Salvatore ed Emilia Martis, genitori di Davide, l’operaio di 34 anni di Agrate Brianza, ucciso da una pressa il 19 aprile del 2008.

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