Un anonimo furgone bianco marca Fiat Ducato, un cinese alla guida, un altro uomo con gli occhi a mandorla come passeggero. Apparentemente tutto tranquillo, niente da segnalare, nulla da ridire se non che... il mezzo viaggiava contromano, così facendo si è fatto notare da una pattuglia della polizia stradale di Arcore che, prima di tutto, per evitare incidenti, lo ha bloccato e, dopo averne controllato il contenuto, l’ha trovato pieno zeppo di orologi contraffatti. Dodicimila in tutto. Per un valore approssimativo «sulla spiaggia» (dove spesso i venditori contrattano con aspiranti clienti il prezzo di questi finti «oggetti del desiderio») di almeno 400mila euro.
«Rolex, Eberhard, Panerai, Breitling, Iwc, Montblanc, Omega, alcuni, soprattutto i più semplici, molto ben fatti. Comunque tutti con meccanismi svizzeri, a bilanciere, con carica a polso - spiega uno dei poliziotti della pattuglia intervenuta -. “Scusa, scusa: non conosco strada. Adesso giro e vado via”, si è affrettato a dire costernato il conducente. E sarebbe sparito in quattro e quattr’otto se io e il mio collega non avessimo preteso di controllare patente e libretto».
«Era tutto regolare, entrambi i cinesi avevano il permesso di soggiorno, la patente era italiana, il furgone intestato a una srl di Novara - proseguono i poliziotti -. Il bello è venuto quando abbiamo chiesto che cosa trasportassero. Inizialmente hanno finto di non capire bene la lingua, quindi hanno asserito che si trattava di un carico di viti e materiale ferroso, infine sono stati costretti a capitolare: all’interno del furgone, in scatoloni avvolti in sacchi (molti dei quali strappati), c’erano centinaia e centinaia di orologi da polso falsi, tutti di marche prestigiose. Quelli fatti meglio? Sicuramente i Rolex Datejust. Ne sono risultati poco meno di 12mila in tutto quando abbiamo fatto l’inventario in ufficio. I cinesi ci hanno assicurato di fungere semplicemente da tramite. “Li abbiamo caricati a Vimercate, in una via, da un camion che proveniva dalla Germania. Dovevamo portarli a Milano, in via Paolo Sarpi, ma ancora adesso non sappiamo precisamente dove. Ci pagano 100 euro per un lavoro di questo tipo” hanno spiegato».
Inutile dire com’è andata a finire: il mezzo è stato sequestrato, i cinesi denunciati a piede libero per importazione, trasporto e detenzione di materiale con marchi contraffatti.
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