«Esprimo sentimenti di umana partecipazione per una persona che ha segnato la storia dell'Italia. Deve prevalere ora questo sentimento di umana partecipazione al dolore e al lutto della famiglia». È il messaggio che il procuratore capo Marcello Viola, in rappresentanza dell'ufficio che per anni ha battagliato con Silvio Berlusconi, consegna alla stampa poche ore dopo la morte dell'ex premier. Viola è l'unico nel Palazzo di giustizia, insieme al presidente facente funzioni del Tribunale, Fabio Roia, a parlare «in chiaro». Per il resto la scelta che prevale è quella di un rispettoso silenzio, anche da parte dei nemici dell'epoca delle «toghe rosse». Nei corridoi della Procura si sussurra solo: «Sono tutti dispiaciuti».
Le parole di Roia interpretano il sentimento generale: «La scomparsa di Silvio Berlusconi non può non suscitare emozioni. La prima, prevalente, riguarda l'aspetto di sofferenza e di doverosa vicinanza ai familiari. Vi sono poi le impronte di storia che una figura come la sua ha tracciato durante lunghi anni di impegno nella vita politica e nella crescita dell'impresa. Altre vicende devono, in questo momento, rimanere sopite». Tuttavia la vicenda giudiziaria del Cavaliere non può considerarsi del tutto chiusa. La sua morte infatti non blocca le valutazioni dei pm e non esclude la possibilità che presentino ricorso contro la recente assoluzione di tutti gli imputati del processo Ruby ter. Il reato, e il procedimento, si estinguono per quanto riguarda il leader di Forza Italia. Ma può svolgersi un processo d'Appello per gli altri imputati.
Il 15 febbraio il Tribunale ha assolto (e prosciolto per qualche posizioni minore per prescrizione) tutti e 29 gli imputati, Berlusconi compreso, accusati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. I titolari del procedimento, l'aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, hanno tempo fino a fine giugno per decidere. E le valutazioni in corso, chiariscono in Procura, sono prettamente tecniche, giuridiche: «neutre». Un approccio che non cambia dopo la notizia della morte dell'imputato più celebre.
«Un momento di tristezza infinita - ha dichiarato l'avvocato Federico Cecconi, nell'ultimo periodo legale di Berlusconi, subito dopo la morte del suo assistito -. L'orgoglio di essergli stato amico e la speranza di essere stato in grado di dargli serenità attraverso le positive definizioni dei vari processi che aveva deciso di affidarmi».
E Pier Filippo Giuggioli, che lo ha difeso nel divorzio da Veronica Lario: «Sono profondamente rattristato e addolorato dalla notizia della scomparsa del presidente Silvio Berlusconi: uomo, imprenditore e politico straordinario, di cui serberò per sempre il ricordo della grande umanità e della non comune generosità».
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