Corsi, video e libri L'ingegneria della seduzione

Studiare la comunicazione, rinforzare l'autostima, capire il linguaggio del corpo

Federica Dato

«Io dico alle donne che la faccia è la mia esperienza e le mani sono la mia anima. Qualunque cosa, pur di tirare giù quelle mutandine». Quel romanticone di Bukowski la vedeva così, meno partita a poker, in cui conta la strategia, più sfacciata svendita di morale, a patto ne avesse una. L'arte del sedurre d'altro canto ha afflitto e cullato dolcemente uomini e donne d'ogni generazione, ma oggi a quanto pare servono i rinforzi. Sarà che la sicurezza degli uomini viene minata dalla prepotenza di un «sesso debole» che s'è reinventato Maciste in nome dell'emancipazione.

Sarà che è un attimo che mi scadi nella molestia o che troppe madri hanno inconsapevolmente (?) evirato i fanciulli di casa a colpi di «abbello de mamma». Tant'è che il nuovo business si chiama «scuola di seduzione». Corsi online, in loco, lezioni private o bootcamp. Esperienza sul campo, previo approfondimento teorico. Per approcciare la materia si possono trovare, rigorosamente in rete, edizioni gratuite. Per chi fa sul serio la faccenda rischia di alleggerire il portafogli di 500 euro a seduta e di oltre mille euro per una due giorni. Voleste rifarvi di una vita di «no» incassati, aveste bisogno di dare una scossa definitiva al vostro modo di pensare, vi converrebbe optare per il «pacchetto settimana».

Il sempre verde sono i manuali, le guide i libri e i video tutorial ma niente a che vedere col far proprio il sapere di un maestro, un esperto capace di bonificare il campo minato delle relazioni umane, o d'armarti abbastanza perché tu possa uscirne vincitore. Chi ha fatto il venditore potrebbe dire che le scuole di seduzione somiglino molto ai corsi di vendita e marketing cui vengono sottoposti i piazzisti ma questo in fondo è un dettaglio. O una garanzia di successo, dipende come la si vuol vedere. Comunque la si metta, lo scopo delle sedute è rinforzare la propria autostima, imparare le tecniche base della comunicazione, acuire la propria capacità d'ascolto e studiare il linguaggio del corpo, il proprio e soprattutto quello dell'altra persona. Neanche a dirlo gli iscritti sono per lo più uomini ma c'è posto per tutti e anche le signore in difficoltà nell'uscire dalla singletudine sono ben accette.

Informarsi è facile, le accademie per Casanova 2.0 sono sparse per tutto lo Stivale e offrono opportunità e pacchetti modulari in base alle esigenze del cliente. Prima avanguardia, come in molti casi, è Milano. Su piazza trovate diversi corsi che vi renderanno dei conquistatori. Alcuni proposti dalla Play Lover Accademy. Il nome è il programma. Lì trattate cose come «quale impostazione mentale adottare prima di addentrarti nei locali notturni o avventurarti negli approcci diurni in strada» e «condizioni e criteri per formulare frasi d'apertura con altissime probabilità di successo». Successo. Ecco, è questa la parola chiave che accompagna questo percorso, trovare la strada per il successo. Amoroso, certo, ma in termini più ampi forse intesa come perseguimento della felicità, della propria realizzazione. E ancora: «Come proseguire l'interazione una volta che hai superato la difficoltà iniziale dell'approccio». Ché se poi l'hai acchiappata ma non sai che dirle dopo il «ciao» il problema si ripropone. E lì il rischio che vada a incipriarsi il naso per non tornare mai più è altissimo. Ma il colpo definitivo, quello a cui molti ambiscono, è l'inversione di ruoli, di capacità attrattiva: «Su quali elementi far leva al fine di essere approcciati dalle ragazze». «Inatraction» diffonde il sapere tra la Madonnina, Torino e Roma. A Catania si fa largo l'«Ingegneria della seduzione».

A Roma «Eloquentis» offre un coach laureato a Oxford, con lode. Magnetismo sociale colma il vuoto del training «sentimentale» fiorentino. Mentre a Napoli non ce n'è. Probabile si tratti di una questione genetica: il napoletano non nasce timido bensì venditore, pure di se stesso. Insomma, l'offerta non manca.

Seppur in alcuni casi, uno su tutti l'evirazione da eccesso d'affetto per i «belli de mamma», la risposta sarebbe la reintroduzione della leva obbligatoria. Perché a volte sapersela cavare e bastarsi, piacersi, è il primo modo di piacere agli altri.

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