Così il gatto di Assange è sfuggito all'arresto

Il gatto James è sfuggito a Scotland Yard. Portato fuori dall'ambasciata in tempi non sospetti è mistero sulla sua sorte: forse da amici di Assange?

Così il gatto di Assange è sfuggito all'arresto

Nessuna traccia del gatto James, il felino con la cravatta che ha tenuto compagnia a Julian Assange negli ultimi anni di latitanza trascorsi al confino nell'ambasciata ecuadoriana di Londra. Secondo fonti bene informate, il gatto non era presente durante l'irruzione degli agenti in borghese di Scotland Yard ieri mattina, e per quanto risibile, l'assenza di questo "attore" nella latitanza del fondatore di WikiLeaks sta facendo notizia. Sarebbe stato "esfiltrato" da amici, secondo alcuni, e l'informazione è avvalorata dal fatto che già da tempo non veniva più immortalato con i suoi eleganti cravattini affacciato dalle finestra del nascondiglio diplomatico di Knightsbridge.

Il felino sarebbe stato separato dall’attivista australiano lo scorso settembre, poiché motivo di frizione con il personale dell'ambasciata che aveva chiesto più volte all'ospite in esilio di curarsene maggiormente se voleva continuare a tenerlo con se. Per questo qualcuno vicino ad Assange l'avrebbe portato fuori dall'ambasciata in sicurezza, e a quanto pare anche in gran segreto, in tempi non sospetti.

Riguardo la diffusione di informazioni "classificate" e il traffico di dati legati al gatto James, è stato reso noto che il suo profilo twitter @EmbassyCat è inattivo da un anno, lo stesso vale per il suo profilo Instagram. E mentre lo scrittore James Ball scherza sull'assenza di una "estradizione felina" a causa della sua fuga repentina, la trama s'infittisce.

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