(...) che può risultare troppo oneroso - dettaglia il sindaco - E soprattutto, grazie a Filse, concediamo al locatario la fideiussione gratuita di un anno a coprire eventuali morosità di bisogno (nel caso l'inquilino non paghi per reali difficoltà economiche) e di colpa». Mica finita, che la proposta cresce d' incentivi perché «potremmo proporre ai proprietari di entrare nel social housing: - azzarda - se metti a disposizione il tuo appartamento sfitto ottieni in conto capitale una certa quota per ristrutturare il tuo immobile». Approccio d'urto per far saltare un sistema consolidato.
Coraggioso il De Marchi che non gioca a provocare, ma chiede di ragionare insieme per salvare la città nel suo anello che non tiene: «Tutto questo - lo ribadisce - richiede naturalmente un atto di fiducia». Cadono gli schemi partitici e le schermaglie ad hoc per centrare la sostanza. Perché l'analisi è di quelle che tutti sanno, danno per acquisite e va bene così. Ma così non va più bene: «A Santa Margherita Ligure, su ottomila appartamenti, quattromila sono seconde case e fra queste ottocento appartengono a ottanta famiglia». I conti della serva son presto fatti: «Ci sono ottanta famiglie che hanno in media dieci appartamenti ognuna, con punte di quarantacinque. E potrei fare nomi e cognomi. Sarebbe sufficiente che queste ottanta famiglie mettessero a disposizione un solo appartamento dei loro dieci per risolvere il problema-casa di altre ottanta». C'è da smantellare equilibri vecchi di generazioni e ribaltare visioni e progressioni. In consiglio consenso unanime, ed è qui che De Marchi riacchiappa la minoranza sulla polemica dei «gioielli di famiglia» che il Comune tira a vendere: «È caduta in contraddizione visto che è d'accordo sul garantire la residenzialità non puntando su acquisizioni da parte del Comune, ma mettendo in circolazione il privato».
Quindi «altro che raccogliere firme contro l'alienazione del patrimonio comunale - sbotta il sindaco - Dobbiamo invece ragionare insieme sull'uso dei beni immobiliari inutilizzati.
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