Così si mangia in paradiso (o perlomeno ad alta quota)

Non più solo agli scali, o negli hub, ora la scommessa di certe compagnie è di servire pasti da gourmet persino in volo grazie a vini e a pietanze degne dei ristornati a «terra»

Così si mangia in paradiso (o perlomeno ad alta quota)

Prima del volo e nelle attese per quello successivo, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Ormai, anche gli scali regionali hanno la loro brava «food court» (e in quelli italiani, ce ne sono di sorprendenti) mentre negli hub di recente costruzione o rifacimento ci sono fior di locali che fanno capo anche a star-chef come Gordon Ramsay o Jamie Oliver. Troppo facile servire buoni piatti a terra, altra storia è farlo ad alta quota dove il boom delle compagnie low cost ha creato una totale spaccatura: da una parte quanti offrono al massimo un bicchiere d'acqua (mai fredda, per la cronaca) e il triste pacchettino di arachidi (a volte, manco quello) e dall'altra le compagnie che investono sui contenuti gourmet. È una potente leva di marketing e un ottimo strumento nella battaglia globale per fidelizzare il cliente e non solo quello previlegiato. Il «vassoietto» per chi non ha la cabina personale o il sedile-letto cambia la percezione del volo, prova ne sia il mitico blog airlinemeals.net dove si trova la collezione di fotografie e recensioni, fatte dai passeggeri di oltre 700 compagnie aeree. Si passa da curiose omelette della Freebird Airlines al pollo in salsa di Air Tahiti Nui, dal sandwich di Vietnam Airlines alla macedonia (oddio...) della Ukrainan International Airline: guardando, meglio portarsi il cibo da casa o saltare proprio.

Altro pianeta è quello dell'alta cucina al servizio delle grandi compagnie che viene declinata ovviamente a seconda della classe del biglietto, con apparecchiature serie e bicchieri di cristallo. Sul tema, si sprecano le classifiche in rete e sui magazine specializzati. Per esempio, Alitalia ha vinto per il sesto anno consecutivo Alitalia il Best Airline Cuisine per la qualità dei pasti serviti a bordo, assegnato dai lettori del mensile americano Global Traveler, grazie a scelte precise sui voli a lungo raggio quali il Dine Anytime, in Business (che consente di decidere quando consumare il pasto) e l'utilizzo del patrimonio enogastronomico italiano, In Business class, così si possono quini gustare ravioli al radicchio in salsa di taleggio e pinoli; rollè di suprema di pollo ripieno di spuma di Montasio Dop, mousse di ricotta profumata all'arancia con bisquit al pistacchio. In Magnifica, c'è anche la partnership della scuola Alma: così per tutto il periodo natalizio e fino al 31 gennaio, il focus sarà sulle pietanze e vini della Calabria (nei voli in partenza dall'Italia) e della Valle d'Aosta (nei voli in partenza dall'estero). Air France che da sempre si avvale di un pool di chef stellati per i suoi menu ha pensato a una nuova soluzione per chi vola in Economy/Premium Economy: se non ci si accontenta del (buon) pasto gratuito, si può ordinare online uno dei cinque menu del giorno, quello che i transalpini chiamano menu du marchè, pagando un supplemento. Quello massimo di 21 euro è legato al menu di Jean Imbert mentre in Business - dove lo Champagne è padrone assoluto- se si parte da New York, ci pensa il bistellato Daniel Boulud a deliziare i palati con piatti quali l'astice al curry, riso nero e cavolo di Pechino.

Un neo-bistellato italiano, Antonio Guida, è tra gli autori della carta di Cathay Pacific per la Prima e la Business Class: la compagnia asiatica dal 2015 ha stretto un accordo con il gruppo Mandarin Oriental Hotel. Da qui il vantaggio di potersi servire dei suoi grandi cuochi, come nel caso del numero 1 del milanese Seta: quindi piatti internazionali, con la moderna cucina cinese in evidenza, e il tocco finale di un caffè Illy, altro partner importante. Addirittura un tre stelle, Jacob Jan Boerma del De Leest di Vassen, cura i menu «francesizzanti» di KLM. Emirates oltre a vantare una cantina (vedi box) da far impalllidire quella di Pinchiorri è attentissima ai menu speciali (aspetto in crescita un po' ovunque) e consente il giochino divertente di leggere in anticipo i menu su qualsiasi rotta con un motore di ricerca sul sito iniziale. È così che abbiamo scoperto che sulla rotta Milano Malpensa-Dubai in dicembre ci sono gli gnudi alla puttanesca e la caponataUna compagnia partner di Emirates, la Virgin America che vince premi a palate per il servizio interno, si è tolta il lusso di chiedere solo per gli snack, incredibile la consulenza di Dean & De Luca, che negli States è sinonimo di fine food. In definitiva, per chi non deve stare attento ai 50 euro in più su una lunga tratta, siamo quasi al pasto «su misura» da prenotare anche solo con 24 ore di anticipo.

Il futuro? Per le grandi compagnie, prevede un utilizzo sempre più massiccio di top chef per le idee e la presenza di un cuoco fisso a bordo per dare il tocco in più al piatto. Allora sarà davvero una sfida gourmet ad alta quota.

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