"Critiche a Expo? Milano più avanti della sinistra"

Il sindaco parla in Consiglio comunale davanti a 35 consiglieri su 60: "La nostra città sarà cuore del mondo. Siamo in linea con i tempi e non falliremo neanche questo obiettivo. È l’unico capitolo di spesa non tagliato"

"Critiche a Expo? 
Milano più avanti 
della sinistra"

«Mi aspettavo un dibattito diverso. La città è più avanti di questo centrosinistra». Il sindaco e commissario straordinario Letizia Moratti esce delusa dall’aula del consiglio comunale dove l’opposizione ha chiesto e ottenuto una seduta interamente dedicata alla discussione sullo stato di avanzamento del progetto Expo. E proprio di questo la Moratti si lamenta. «Noi auspichiamo, anzi abbiamo bisogno di stimoli e suggerimenti. Ma devono essere stimoli culturali e non inutili polemiche». Le domande? «Io sui temi di natura amministrativa ho risposto. Almeno per ciò che è di mia competenza. Non capisco. Forse allora sarebbe meglio lasciare l’Expo fuori dalla campagna elettorale. Penso alle imprese che già sviluppano progetti innovativi dimostrando di avere capito il valore di Expo. Un evento che crea posti di lavoro, opportunità ed è un dibattito culturale ad esempio su questi temi che i milanesi si meritano».
Si vedrà. Ieri, intanto, nella sua relazione davanti ai consiglieri (appena 35 su 60 in aula al momento dell’appello), la Moratti ha ricordato come «Milano stia andando nella direzione giusta e nel perfetto rispetto dei tempi, nel 2015 sarà il cuore del mondo». Una sfida impossibile? «Finora - assicura il sindaco - non abbiamo mancato nessun obiettivo. Non mancheremo nemmeno questo». E ricorda lo studio della Bocconi che prevede 20 milioni di visitatori, 69 miliardi di indotto aggiuntivo per l’economia dell’intero Paese e i 610mila posti di lavoro in dieci anni. Poi ringrazia sia Romano Prodi che Silvio Berlusconi, i due primi ministri che hanno favorito e accompagnato la candidatura di Milano, riconosce all’attuale governo «un grande sforzo, soprattutto in un momento come questo di crisi mondiale». Nessun taglio, infatti, ci sarà nella Finanziaria. E a proposito dei poteri straordinari che le concede il ruolo di commissario, promette di utilizzarli soltanto «per urgenti e motivate esigenze».
Iper critico, invece, il consigliere della Lista Fo Basilio Rizzo. «Solo un’operazione mercantile - attacca - cominciando dall’operazione immobiliare sull’area a cui assisteremo a partire dal 2016 e che non porterà un grande parco come si dice, ma 520mila metri di cemento. Alla fine Expo sarà una fiera campionaria con una spruzzata dal sapore etnico». Il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, invece, chiede conto delle risorse a disposizione delle infrastrutture dato che la linea 4 del metrò non sarà pronta del 2015, del destino dell’area di Rho-Pero al termine della manifestazione «visto che la Rai nulla sa del progetto di un nuovo centro di produzione». Difende, invece, il lavoro e l’importanza dell’evento il presidente della commissione Expo Carlo Fidanza. Ricordando «l’accordo bipartisan in parlamento per approvare le misure contro le infiltrazioni mafiose negli appalti». Seduta chiusa con il centrosinistra che se ne va, il numero legale che cade e l’aula che non può votare l’ordine del giorno in appoggio all’operato del sindaco.
L’altra polemica di giornata è legata alla cronaca del Corriere della sera con la denuncia dell’agenzia milanese Boarding pass che ha ottenuto dal tribunale il pignoramento del marchio Expo, quello con l’uomo vitruviano che proprio in questi giorni campeggia nei tanti vessilli esposti in città, perché non riesce a farsi pagare 20mila euro di viaggi in business class e voucher d’albergo dal comitato di candidatura. La società Expo 2015 replica di «non avere, né poter avere, alcun ruolo, poiché la richiesta fa riferimento unicamente al Comitato di Pianificazione Expo Milano 2015 in liquidazione».

Mentre un parere legale le garantirebbe la possibilità di utilizzo del marchio. «È un tema che attiene alla responsabilità di Expo 2015 spa - taglia corto la Moratti - E sono certa che l’amministratore delegato troverà un modo per risolverlo».

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