Patrick Zaki condannato a tre anni: "Nessun appello"

Il ricercatore e attivista egiziano, che si era laureato pochi giorni fa (da remoto) all'Università di Bologna, dovrà ora scontare i rimanenti 14 mesi di detenzione in Egitto dopo i quasi due anni in carcerazione preventiva: l'accusa era di diffusione di notizie false

Patrick Zaki condannato a tre anni: "Nessun appello"
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Patrick Zaki è stato condannato a tre anni. La comunicazione viene riferita all'agenzia Ansa da uno dei quattro legali dell'attivista egiziano, al termine dell'udienza tenuta oggi a Mansura, in Egitto. Zaki è stato portato via dall'aula attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati tra le urla della madre e della fidanzata che attendevano la sentenza all'esterno del tribunale, per un processo in cui lo studente universitario rischiava fino a cinque anni di detenzione per diffusione di notizie false.

La conferma della condanna è arrivata anche dal tweet del portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, il quale ha sottolineato che si tratta del "peggiore degli scenari possibili". "Calcolando la custodia cautelare" già scontata, "si tratta di un anno e due mesi" di prigione, come ha sottolineato lo stesso avvocato Salah. "Patrick Zaki è stato arrestato in tribunale in preparazione del suo trasferimento alla stazione di polizia di Gamasa", scrive poi sui social un altro suo legale, Hossam Bahgat. "La sentenza non è soggetta ad appello o cassazione", ribadisce.

Il lungo processo di Patrick Zaki

Il caso giudiziario del 32enne Patrick George Zaki, ricercatore presso l'Egyptian Initiative for Personal Rights, era cominciato con il fermo del 7 febbraio 2020, con formalizzazione dell'arresto il giorno dopo, dopo l'atterraggio a Il Cairo. I capi d'accusa formulati nel mandato d'arresto furono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Nello specifico gli vennero contestati alcuni post su Facebook. Secondo i mezzi d'informazione governativi egiziani, Zaki sarebbe attivo all'estero per fare una tesi sull'omosessualità e per incitare contro lo stato egiziano. Dopo una breve detenzione presso Talkha, il 25 febbraio Zaki venne trasferito nel carcere di Mansura.

Di rinvio in rinvio la detenzione preventiva è stata più volte prolungata per periodi prima di 15 giorni e poi di 45. Il 7 dicembre 2021, al termine della terza udienza, il tribunale ordinò la scarcerazione di Zaki, che è potuto rimanere in libertà per la restante durata del processo: la scarcerazione è stata eseguita il successivo 8 dicembre. Nella sostanza, l'intera vicenda giudiziaria è quindi durata tre anni e mezzo, di cui 22 mesi Zaki li ha trascorsi in carcere. L'accusa di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" si basò su un articolo che avrebbe scritto nel 2019 su alcuni attentati dell'Isis e su due casi di presunte discriminazioni di copti, i suoi correligionari cristiani d'Egitto.

Lo scorso 5 luglio Zaki si era laureato con il voto di 110 e lode alla magistrale Gemma in Women's and Gender studies dell'Università di Bologna. La cerimonia di proclamazione era avvenuta in collegamento dall'Egitto, visto che il ricercatore non aveva ottenuto il permesso di andare a Bologna per discutere la tesi.

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