La scorsa primavera era stata accusata di aver derubato diversi pazienti oncologici ricoverati presso l'ospedale Santo Stefano di Prato, in Toscana, dove lavorava. E al termine delle indagini, è stata condannata con la formula del patteggiamento a due anni di reclusione (con la sospensione della pena) e al pagamento di 600 euro di multa. Questa la condanna per furto e frode informatica emessa nei confronti di un'operatrice socio-sanitaria di 55 anni originaria della Romania e residente a Firenze, che già nei mesi scorsi era stata sospesa dal nosocomio pratese (e successivamente licenziata da Asl) a seguito dell'inchiesta condotta dalla procura di Prato.
Stando a quanto riportato dai media locali, l'indagine è partita lo scorso giugno, quando un uomo denunciò ai carabinieri che il bancomat intestato alla figlia, malata di tumore, era stato utilizzato per piccoli pagamenti. A far insospettire il padre fu il fatto che le transazioni avvennero sia durante il ricovero che il giorno in cui la donna morì. Un aspetto decisamente inquietante, che aveva quindi spinto gli investigatori ad approfondire le indagini con l'obiettivo di far luce su una vicenda che appariva surreale. L'inchiesta arrivò quindi a ricostruire i furti di ben tre carte di credito intestate ai ricoverati della struttura: oltre alla carta della defunta, sparirono anche quella appartenente ad un paziente anziano gravemente malato e in stato di indigenza e persino quella di un'infermiera ricoverata a seguito di un incidente. Troppe coincidenze, per ipotizzare che si trattasse di casi isolati. Gli inquirenti non impiegarono quindi molto tempo per risalire alla oss, assunta qualche mese prima con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Risultarono una quindicina di acquisti effettuati con il bancomat della paziente oncologica: spese non superiori a 25 euro, cioè la soglia oltre la quale serve digitare il pin, tutte nello stesso supermercato, in momenti sia precedenti che successivi al decesso. E ad incastrare definitivamente la sanitaria furono proprio le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza installate nel suddetto esercizio commerciale, che avevano più volte inquadrato il suo volto (poi associato al nome e soprattutto alla professione svolta).
E la successiva perquisizione effettuata dalle forze dell'ordine consentì di appurare come la straniera fosse effettivamente ancora in possesso delle carte di credito sottratte, che aveva nascosto sotto i tappetini della propria automobile. La rumena aveva offerto circa 800 euro al padre della defunta (costituitosi parte civile, ndr) a titolo di risarcimento e quest'ultimo ha preannunciato l'intenzione di devolverli in beneficenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.