Fuga finita per tutti e tre i tunisini evasi domenica pomeriggio dal carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma. Lo scorso 21 luglio, due 17enni e un 15enne hanno approfittato di una violenta rissa in corso tra una 50ina di detenuti per scavalcare il muro di cinta della casa circondariale e far perdere le loro tracce. Per farlo hanno utilizzato un armadietto e uno di loro, nel saltare, si è anche infortunato. Due di loro, i più grandi, sono stati rintracciati ieri, uno a L'Aquila, dove aveva vissuto, e uno a Roma, alla Stazione Termini. Il terzo è stato individuato solo questa mattina, comunque non distante dallo scalo ferroviario. Si trovava tra Colle Oppio e il Colosseo.
A trovarlo sono stati due carabinieri in borghese in servizio di pattugliamento, supportati poi da una pattuglia del Nucleo Radiomobile. I successivi accertamenti dattiloscopici effettuati in caserma hanno confermato che si trattava del ricercato. Anche lui, come gli altri evasi, è stato nuovamente arrestato e condotto in carcere. I tre potrebbero ora essere trasferiti o, comunque, divisi. L'allarme per la fuga dei tre minorenni era alto in città, soprattutto per la pericolosità sociale dei soggetti, noti per la loro violenza. Il primo a essere stato trovato è uno dei 17enni, che pensava di riuscire a eludere i controlli su Roma trasferendosi in Abruzzo, a L'Aquila.
Tuttavia, la squadra mobile della Polizia, diretta dal vice questore Roberta Cicchetti, era a conoscenza delle abitudini del ragazzo e ha immediatamente esteso le ricerche al capoluogo abruzzese. È qui, infatti, che il tunisino ha vissuto in una comunità protetta e ha maturato precedenti penali. I poliziotti l'hanno trovato alle 17.00 di ieri a bordo di un autobus della linea urbana. Non ha chiarito dove si stava dirigendo ma è stato immediatamente fermato e riportato a Roma. Il secondo era probabilmente in procinto di salire su un treno in direzione di una eta sconosciuta ma è stato fermato prima che potesse farlo. Il terzo, invece, si nascondeva nelle pieghe della città, in una delle sue aree più vecchie.
"Di solito questi ragazzi non godono di appoggi esterni e non di rado sono gli stessi familiari che li inducono a costituirsi. Questo, però, non cancella le falle del sistema le quali, al contrario, vengono ancor più evidenziate dalla certificazione che non si tratti di fughe organizzate. Insomma, basta deciderlo estemporaneamente e si può evadere con evidente facilità.
Occorrerebbe poi interrogarsi su quanto costa un'evasione anche in termini di spese per le ricerche e tutto ciò che ne consegue", ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, chiedendo maggiore attenzione al ministero della Giustizia, soprattutto per appianare la mancanza di 18mila poliziotti della penitenziaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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