Era già finito ai domiciliari nel 2018, per una storia di droga conclusasi con patteggiamento e sospensione della pena. Ma nelle scorse ore, è a quanto sembra finito in manette, con l'accusa di essere uno degli esponenti di spicco di una delle due fazioni che si contendevano il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti fra Nettuno e Pomezia. Sembrano profilarsi nuovi guai per Sami Panico, trentenne ex-rugbista delle Zebre di Parma e della Nazionale. Stando a quanto riporta la testata online ParmaToday, c'è anche l'ex-sportivo dell'Italrugby fra le ventotto persone arrestate dalle forze dell'ordine, al termine di un'operazione volta al contrasto della faida per il controllo della "piazza" di spaccio nell'hinterland di Roma. L'inchiesta, che ha permesso di iscrivere nel registro degli indagati trenta nomi, ha consentito anche di ricostruire un sistema di autoriciclaggio di denaro anche attraverso i centri scommesse.
Le indagini sono durate un anno (dal 2019 al 2020) e sono state supportate dalle confessioni di un collaboratore di giustizia. Una combinazione che avrebbe disegnato così il raggio d'azione dei due distinti sodalizi criminali. Due gruppi in concorrenza fra loro per il predominio del mercato della droga in quei territori, in particolare, cocaina e marijuana. E secondo quanto ipotizzato da chi indaga, Panico era uno degli uomini di riferimento di uno dei due gruppi. A sottolineare le dimensioni delle due fazioni, ci sono anche i riscontri ottenuti durante le fasi di indagine: nell'arco temporale di riferimento, la polizia e la procura hanno sequestrato 10 chilogrammi di cocaina e 75 chilogrammi di marijuana. Durante le perquisizioni di ieri, invece, un ragazzo arrestato nascondeva un chilo e mezzo di hashish, 30 grammi di cocaina e chetamina.
Nel corso dell’attività investigativa inoltre, è stato arrestato anche un uomo gravemente indiziato di tentato omicidio. Secondo quanto appreso, avrebbe cercato di uccidere una persona sempre per ragioni legate allo spaccio. Droga che avrebbe permesso ad entrambi i gruppi di generare un giro d'affari importante, con quei soldi che andavano ripuliti in qualche modo. A dirlo sono sempre gli investigatori, dopo aver ricostruito una serie di operazioni di autoriciclaggio e trasferimento di denaro da parte di alcuni affiliati di entrambe le parti che investivano i proventi illeciti in sale scommesse, immobili, autovetture e orologi di pregio.
Ecco perché il giudice per le indagini preliminari, nell'ordinanza, ha disposto anche il sequestro preventivo di una villa con piscina e tre società, tutte operanti nel settore del gioco legale e delle scommesse sportive. A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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