
È stato un giorno cruciale per l'iter giudiziario legato all’omicidio di Serena Mollicone. Dopo le assoluzioni degli imputati in primo e secondo grado, la Cassazione è tornata a pronunciarsi sul delitto, avvenuto quasi un quarto di secolo fa e rimasto ancora nel limbo della giustizia, disponendo un processo d'appello bis per i Mottola e quindi annullando le precedenti assoluzioni. Si tornerà in aula quindi.
L’udienza si era infatti aperta con la richiesta del procuratore generale della Corte di Cassazione di annullare con rinvio la sentenza impugnata di secondo grado. In altre parole è stato chiesto appunto un processo d’appello bis per gli imputati Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, il figlio Marco Mottola e la moglie Annamaria. “Sostengo il ricorso della parte civile perché considero che la sentenza di appello sia affetta da plurime violazioni di legge e di norme processuali”, ha detto il pg, secondo cui il “giudice di appello ha abdicato alla Cassazione” con “un atteggiamento pilatesco”. Il secondo grado avrebbe anche omesso “di motivare sulla effettiva presenza di Serena Mollicone in caserma e non risponde a tutti gli elementi che confortano le affermazioni di Tuzi che hanno dato avvio alle indagini”. La requisitoria è stata recepita dalla corte.
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Un passo indietro per chi non c’era: Serena Mollicone scomparve da Arce l’1 giugno 2001, venendo ritrovata cadavere due giorni più tardi in un bosco di località Fontecupa, che si trova nell’area di Fontanaliri. Prima della scomparsa, la 18enne sarebbe stata vista nella caserma di Arce, o meglio è quello che dichiarò nel 2008 il brigadiere Santino Tuzi, che, successivamente si tolse la vita. Stando all’ipotesi investigativa, Serena Mollicone sarebbe stata colpita e tramortita, legata con il nastro adesivo da due soggetti e trasportata nel luogo del ritrovamento, dove sarebbe morta dopo una lunga agonia.
Per l’omicidio c’era stata una prima indagine dopo la quale fu imputato il carrozziere Carmine Belli, risultato completamente estraneo ai fatti in tre gradi di giudizio. Poi questa seconda indagine ha portato al banco degli imputati i Mottola, oltre a due carabinieri, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano: questi ultimi erano stati anche loro assolti in primo e secondo grado, ma contro di loro non era stato fatto ricorso.
“Oggi è il giorno della speranza. Ci auguriamo, nonostante tutto, che ci sia ancora spazio per tornare a sperare nella verità”, aveva detto prima dell’inizio dell’udienza Consuelo Mollicone, sorella di Serena. Consuelo prosegue con la ricerca della verità come aveva fatto suo padre, Guglielmo Mollicone, scomparso nel 2020.
Proprio a suo padre oltre che alla sorella, Consuelo ha dedicato un pensiero a margine della sentenza di Cassazione: "Il mio pensiero va a mia sorella che non rivedrò più nella mia vita così come mio padre. Noi confidiamo nella giustizia che attendiamo da 24 anni. Da oggi abbiamo speranza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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