Carenze tecniche e violazione della legge Piantedosi: 60 giorni di fermo per la Geo Barents

Dopo aver sbarcato a Genova 206 migranti, la nave Geo Barents è stata sottoposta a 60 giorni di fermo per la violazione della legge Piantedosi. Durante l'ispezione evidenziate 8 carenze tecniche

Carenze tecniche e violazione della legge Piantedosi: 60 giorni di fermo per la Geo Barents
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La nave Geo Barents di Medici senza frontiere è di nuovo ferma in porto. Dopo aver esultato per la sospensione del precedente fermo di 60 giorni da parte del tribunale di Salerno, ed essere tornata in mare per nuovi recuperi, la nave è stata nuovamente bloccata in porto per due mesi dalle autorità italiane. Stavolta, il porto assegnato all'imbarcazione battente bandiera norvegese era quello di Genova e ieri sera, a seguito di una lunga ispezione, si è deciso per il fermo amministrativo. Ma non solo. Perché oltre alla violazione della legge Piantedosi è stata contesta alla Ong la presenza di 8 carenze tecniche, che rendono inadatta la nave per lo scopo.

La protesta della Ong non si è fatta attendere, come dimostra il lungo intervento su X nel quale Medici senza frontiere definisce quella assunta dall'organizzazione una "decisione disumana e arbitraria". La violazione della legge Piantedosi è stata contestata per aver disatteso le indicazioni fornite dalla guardia costiera libica durante uno degli interventi. La stessa contestazione che era stata mossa all'equipaggio nel fermo precedente, che poi era stato sospeso in ragione di un ricorso d'urgenza. La pratica è ancora aperta, in quanto il tribunale non ha ancora deciso in via definitiva se accettare o respingere il ricorso. Per il momento si è limitato a sospendere il fermo in ragione della supposta necessità della nave di essere in mare.

"Queste misure dimostrano chiaramente che le autorità non vogliono che la nostra nave di ricerca e soccorso salpi di nuovo", dichiarano dalla Ong francese. Semplicemente, dal punto di vista delle autorità, la Ong dimostra di non avere l'attitudine al rispetto della legge promulgata da uno Stato, che ha valenza per chiunque valichi il confine italiano, sia di terra che di acqua. Nella condotta dell'organizzazione in questione, così come in molte altre, si ravvisa la falsa convinzione di impunibilità, frutto del soccorso più volte arrivato provvidenzialmente da parte di alcuni tribunali italiani.

Medici senza frontiere, nel suo comunicato, rivendica la decisione di non essersi coordinata con la Guardia costiera libica e non è escluso che nel corso dell'ovvio ricorso venga citata come precedente la sentenza del giudice calabrese che ha sconfessato il corpo militare dello Stato africano.

Geo Barents, che appunto è gestita da una Ong francese, avrebbe potuto chiedere un porto in Corsica, che lungo la rotta si trova prima di Genova, porto assegnato dall'Italia. Eppure ha preferito arrivare nel porto ligure, consapevole che sarebbe stata sottoposta a fermo, per sollevare l'ennesima polemica.

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