Migranti, il tribunale di Salerno dà ragione alla Ong: sospeso il blocco della Geo Barents

Per ora, il fermo della Geo Barents è stato sospeso dal tribunale di Salerno: non si tratta di una revoca del provvedimento che ha bloccato la nave in porto a Salerno per 60 giorni

Migranti, il tribunale di Salerno dà ragione alla Ong: sospeso il blocco della Geo Barents
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Ancora una volta, un tribunale italiano è accorso in soccorso di una nave Ong dei migranti. Si tratta della Geo Barents di Medici senza frontiere che, proprio nel giorno in cui è stata convocata la conferenza stampa nel porto di Salerno, dove le autorità ne hanno imposto il fermo lo scorso 26 agosto, ha ricevuto la notizia che il tribunale della città campana ne ha sospeso il fermo. "Torneremo presto a salvare vite nel Mediterraneo centrale", ha dichiarato Juan Matias Gil, capo missione di Msf per le attività di ricerca e soccorso in mare.

In base al decreto di fermo, la nave sarebbe dovuta rimanere a Salerno 60 giorni in conseguenza della reiterazione di una violazione del decreto Piantedosi, che in precedenza l'aveva fermata per 20 giorni. L'accusa mossa all'equipaggio della nave, ancora una volta, è stata quella di non aver fornito adeguate comunicazioni agli organismi preposti per la sicurezza in mare. Le motivazioni per la sospensione del fermo (che non è una revoca) non sono ancora state rese pubbliche ma, come in altre occasioni, è probabile che si tratti della risposta al ricorso urgente che, valutato sommariamente il caso, ha deciso di intraprendere questa strada, senza sentire la controparte.

Geo Barents è stata la seconda nave a incorrere in un fermo di 60 giorni dopo la Sea-Eye lo scorso aprile. "L'unica strada rimasta per cambiare strada al decreto Piantedosi è quella giudiziaria", ha dichiarato proprio oggi Gil nel corso della conferenza stampa, accusando l'Italia di avere come obiettivo quello di ostruire l'attività delle Ong perché, come ha dichiarato a La Stampa, "siamo testimoni sgraditi. Le Ong non devono vedere quello che succede nel Mediterraneo". Senza il soccorso giudiziario, che dalle Ong invocano per affondare il decreto Piantedosi, la nave sarebbe dovuta rimanere in porto per altri 45 giorni circa ma, se le organizzazioni avessero realmente voluto coprire il Mediterraneo centrale, avrebbero potuto mettere in mare le altre 16 navi che si trovano attualmente ormeggiate nei porti, per lo più siciliani, ma anche maltesi e spagnoli.

Invece, a fronte di due sole nave fermati dalla legge Piantedosi, il più pare non non abbia alcuna intenzione al momento di recarsi in mare.

Nelle prossime ore dovrebbe essere resa nota la ratio del giudice che ha deciso per la sospensione, accodandosi agli altri suoi colleghi che hanno sconfessato la legge Piantedosi. Essendoci ancora una nave bloccata, la Sea-Watch, non stupirebbe se anche per lei nei prossimi giorni dovesse essere disposta la sospensione del provvedimento con il via libera a riprendere il mare.

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