Palermo, arrestato il pusher dei vip: frasi in codice per ordinare la droga

Terremoto nella "Palermo bene". Questa mattina è stato arrestato Mario Di Ferro, famoso ristoratore palermitano. Avrebbe venduto droga a diversi vip del capoluogo

Palermo, arrestato il pusher dei vip: frasi in codice per ordinare la droga
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Nella mattinata di oggi, 29 giugno, il gip di Palermo Antonella Consiglio ha disposto la misura cautelare per sei persone, accusate di aver venduto e spacciato droga ad alcuni esponenti dell'alta società palermitana. Fra gli arrestati c'è anche Mario Di Ferro, famosissimo ristoratore palermitano e gestore del ristorente di Villa Zito. Un volto molto conosciuto nella "Palermo bene". Proprio Di Ferro avrebbe anche venduto dosi di cocaina all'ex presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, e ad altri onorevoli siciliani. L'inchiesta che - in attesa dei processi - ha portato ai sei arresti domiciliari è stata coordinata dal procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Uno dei migliori locali di Palermo come zona di spaccio

I successivi approfondimenti dell'inchiesta hanno fatto emergere come Di Ferro mandasse avanti una vendita di droga continua, scegliendo con cura a chi vendere la cocaina. Lo smercio della polvere bianca avveniva all'interno di villa Zito, adibita a luogo di spaccio, lontano da occhi indiscreti. La procura palermitana è riuscita a registrare diverse vendite di Mario Di Ferro, assieme ad altri soggetti. Fra gli indagati ci sono anche Gioacchino e Salvatore Salamone, già noti alle forze dell'ordine e condannati in un processo sui traffici di droga di alcune note famiglie mafiose palermitane. Secondo la procura Di Ferro si sarebbe rivolto proprio a Gioacchino e Salvatore Salamone per rifornirsi di droga. Sembrerebbe che il gestore di villa Zito abbia anche usato tre dipendenti come pusher.

Parole in codice per vendere droga

Secondo le indagini svolte, Gianfranco Miccichè sarebbe andato a comprare delle dosi di cocaina con l'auto blu. Per ordinare le dosi l'uomo avrebbe utilizzato delle frasi in codice. Miccichè avrebbe chiamato Mario Di Ferro e gli avrebbe confessato che l'indomani sarebbe partito alla volta di Milano dove si sarebbe trattenuto per cinque giorni. Un gergo che, secondo gli inquirenti, indicherebbe le dosi che l'ex presidente dell'Ars avrebbe dovuto acquistare, ossia 5 grammi.

Le parole dell'onorevole

La smentita dell'ex presidente dell'Ars non ha tardato ad arrivare. "Escludo in maniera categorica - dichiara Miccichè - che io mi muova in macchina con il lampeggiante acceso. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono". L'ex numero 1 di Forza Italia in Sicilia, comunque, non risulta iscritto al registro degli indagati.

"Prima di potere dire qualcosa - conclude l'onorevole - devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga".

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