
È arrivata la condanna a un anno e quattro mesi per l'ex schermidore italiano Andrea Cassarà, accusato di aver filmato due 16enni mentre stavano facendo la doccia. Il caso, emerso nell'ottobre 2023, aveva generato un grande clamore, ma il campione olimpico aveva respinto con forza le accuse. Nel corso della giornata di ieri, martedì 18 febbraio, c'è stato il giudizio con rito abbreviato nel quale il giudice ha ritenuto colpevole l'imputato del reato di tentata interferenza illecita nella vita privata, ma non di produzione di materiale pedopornografico.
La vicenda giudiziaria
Il caso in esame riguarda un episodio che, secondo l'accusa, si sarebbe verificato alla fine del 2023. Le due ragazze, entrambe sedicenni, si trovavano al Centro Sportivo San Filippo di Brescia e stavano facendo la doccia quando si sono accorte di essere riprese. Una delle due giovani si era poi presentata dai carabinieri per sporgere denuncia, anche se in quell'occasione non era stato fatto il nome di Cassarà, perché la minore non aveva visto in faccia l'autore del video.
Stando alla ricostruzione fornita dall'accusa, dopo essersi introdotto nello spogliatoio femminile, in quel momento praticamente deserto, l'ex campione avrebbe azionato la fotocamera del cellulare e poi introdotto il dispositivo in un varco comunicante, cominciando a riprendere la zona delle docce, dove si trovavano le due minorenni "completamente svestite".
Le indagini svolte dai carabinieri di Brescia hanno portato ad Andrea Cassarà. A fare la differenza sono state le telecamere di sorveglianza presenti nel centro sportivo, che avrebbero immortalato l'atleta negli spogliatoio in un orario compatibile con quanto riferito dalla vittima. Nel corso dell'analisi forense svolta sul cellulare dell'ex campione non erano emersi file compromettenti, tuttavia una relazione tecnica svolta sullo stesso smartphone aveva evidenziato tracce di elementi cancellati.
Cassarà si dichiara innocente
Andrea Cassarà ha sempre professato la propria innocenza, respingendo le accuse. "Nego con fermezza gli addebiti che mi vengono contestati dalla Procura di Brescia e, per tale ragione, confido che verrà al più presto accertata la mia completa estraneità ai fatti", aveva dichiarato, come riportato dal Corriere.
Nel corso della giornata di ieri, il giudice ha condannato l'ex campione a un anno e quattro mesi per tentata interferenza illecita nella vita privata. Il reato è stato riqualificato poiché è caduta l'accusa di tentata produzione di file pedopornografici, in quanto Cassarà non poteva sapere che le due erano minorenni.
Anche ieri Cassarà ha ribadito la propria estraneità ai fatti. "Esprimo il mio profondo dissenso in ordine alla condanna per il reato di tentata interferenza illecita nella vita privata. Attendo le motivazioni della sentenza e con i miei avvocati presenterò appello per dimostrare la mia totale innocenza. Evidenzio comunque che il Giudice ha escluso ogni mio coinvolgimento dalla originaria accusa di tentata produzione di materiale pedopornografico.
Continuerò a fare l'allenatore ed allenare tutti i ragazzi che anche in questi mesi sono rimasti al mio fianco. Confido nella giustizia e sono certo che verrà dimostrata la verità dei fatti", è stato il suo commento pubblicato sui social.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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